Papa Francesco: “il linguaggio della carità non ha bisogno della traduzione”

(Foto Vatican Media/SIR)

“Essere motore di cambiamento all’interno della società attraverso la diffusione dello spirito di carità e di giustizia, per risvegliare in tutti coloro che hanno buona volontà una coscienza più fraterna”. Così il Papa, ricevendo in udienza i membri della Caritas della diocesi di Toledo, ha definito l’attività caritativa. In questo modo, ha spiegato nel suo saluto in spagnolo, coloro che si impegnano in tale ambito “non sono solo un esempio di civiltà e filantropia, ma diventano strumenti di evangelizzazione, attraverso il linguaggio universale delle opere di carità, un linguaggio comprensibile a tutti, che non ha bisogno della traduzione, è un linguaggio universale che capisce tutto il mondo”. Un obiettivo, questo, che per Francesco “si realizza attraverso il lavoro artigiano di ognuno dei responsabili dell’azione socio-caritativa, a partire da una formazione umana e spirituale che gli permetta di confrontarsi con i problemi sociali, sempre cangianti, alla luce della dottrina sociale della Chiesa”. “Senza mai dimenticare lo spirito di collaborazione e di sinodalità con tutte le realtà pastorali che compongono l’intera Chiesa diocesana”, il monito del Papa.

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