Atacms, Storm Shadow, Scalp e poi, naturalmente loro, i già efficacemente testati Oreshnik. Sono i nomi delle spaventose macchine mortifere dapprima evocate e purtroppo poi già utilizzate, anche se per ora a scopo più che altro dimostrativo, in una sorta di prova muscolare tra le maggiori potenze militari della terra (da un lato Stati Uniti, Regno Unito e Francia come “fornitori” di Zelensky e Russia dall’altro) e che si teme possano far degenerare la guerra in Ucraina in un conflitto globale. Missili balistici di precisione, a breve e lungo raggio, capaci di colpire obiettivi fino a 3mila km di distanza nel giro di pochi minuti dal momento del loro lancio, in grado di viaggiare a 10 mila km orari e armati di testate esplosive plurime: tutte caratteristiche che ne moltiplicano la forza distruttrice e li rendono difficilmente intercettabili. E come se non bastasse, al via libera della Casa Bianca per il loro utilizzo contro la Russia e alla risposta di Putin che ha colpito la città di Dnipro con una di queste sue “noccioline” (questo il significato in russo del nome “Oreshnik”, ma non dimentichiamo che gli americani chiamarono graziosamente “Little Boy” l’atomica con cui distrussero Hiroshima e Nagasaki), si è aggiunta anche la sciagurata decisione di impiegare in Ucraina un nuovo tipo di mine antiuomo. Quello che era un tempo il granaio d’Europa, se è quando finalmente terminerà questo conflitto disastroso, avrà bisogno di anni e anni per vedere i propri terreni bonificati e di nuovo coltivabili. Anche la natura (terreni, piante, animali, falde acquifere…), oltre alla povera gente, soffre e porta in silenzio le ferite delle guerre scatenate dall’insipienza dei potenti. Dal termine del secondo conflitto mondiale centinaia di Stati hanno aderito ad un progressivo processo di messa al bando delle mine antiuomo culminato nel 1997 nel Trattato di Ottawa (spesso citato da papa Francesco come esempio virtuoso di multilateralismo): peccato che Stati Uniti e Russia non l’abbiano naturalmente mai sottoscritto. Per Amnesty International “è scioccante che il presidente Biden abbia preso una decisione così piena di conseguenze e pericolosa (il lancio di missili balistici e l’uso di mine antiuomo) poco prima che la sua eredità politica venga consegnata ai libri di storia”.
Già, quale immagine di sé e dei loro governi i potenti di questa terra vogliono consegnare alla storia? Queste minacce reciproche, queste prove di forza, questo gioco a chi è in grado di colpire più duro, fanno pensare a dinamiche pericolosamente adolescenziali. Come se per Putin, Biden, Macron & co… il mondo fosse un immenso cortile della scuola in cui sfidarsi tra bulli, incuranti delle conseguenze. E a sorvegliarli pare essere rimasto solo l’insegnante di religione.
Che ragazzi erano quelli che ora minacciano di lanciare missili da un continente all’altro e come sono potuti diventare i “capi delle nazioni”? Dove e quando si è perduto il bambino che era in loro? Come ricorda la dedica de Il Piccolo Principe (che è stato scritto da un militare francese poco prima di morire durante l’ultima guerra mondiale): “Tutti gli adulti prima di diventare adulti sono stati bambini “. E Antoine de Saint-Exupéry, lascia poi intendere che proprio quando uno si dimentica del bambino che è stato iniziano i guai. Forse per questo il Vangelo, anziché invitare a crescere, suggerisce di tornare bambini. Ma c’è un’altra frase che dovrebbe in modo salutare risuonare nelle orecchie dei signori della guerra, ed è la domanda inquietante di Gesù: “A che giova ad un uomo conquistare il mondo intero, se poi perde la propria anima?”. Perché chi progetta, costruisce, utilizza queste macchine di morte e distruzione, fosse anche solo obbedendo ad un ordine o premendo un bottone, quella che uccide è prima di tutto la sua stessa umanità.
Un gioco sempre più pericoloso
Atacms, Storm Shadow, Scalp e poi, naturalmente loro, i già efficacemente testati Oreshnik. Sono i nomi delle spaventose macchine mortifere dapprima evocate e purtroppo poi già utilizzate, anche se per ora a scopo più che altro dimostrativo, in una sorta di prova muscolare tra le maggiori potenze militari della terra (da un lato Stati Uniti, Regno Unito e Francia come "fornitori" di Zelensky e Russia dall’altro) e che si teme possano far degenerare la guerra in Ucraina in un conflitto globale