“Non sono riuscita proprio a parlare, questo mi dispiace, non c’è stata neanche la curiosità di sapere cosa avrei detto: avrei portato la testimonianza delle mamme che incontriamo, attraverso un video. Mi dispiace come occasione persa per i presenti di ascoltare direttamente da chi è coinvolto, da chi prende liberamente delle scelte, storie vere, non ideologiche”. Lo dice al Sir Soemia Sibillo, direttrice del Centro di aiuto alla vita Mangiagalli e vice presidente del Movimento per la vita, che ieri sarebbe dovuta intervenire al convegno “Accogliere la vita. Storie di libere scelte”, organizzato da alcuni studenti di Comunione e Liberazione di Medicina e di altre facoltà sanitarie della Statale di Milano, nella sede di via Celoria dell’Università degli Studi di Milano.
“È stato impossibile parlare – ci racconta Sibillo -: qualcuno era presente già in aula quando c’è stato il primo intervento, con qualche interruzione e qualche commento, poi qualcun altro è entrato, ha iniziato a urlare, a suonare tamburelli, quando toccava a me di parlare. Hanno buttato acqua sui microfoni ed è andato in tilt l’impianto elettrico, si sono spente le luci. Hanno anche messo su uno striscione abbastanza grande tanto da oscurare la parte dei relatori. Quindi, è stato impossibile parlare, non hanno ascoltato neppure per curiosità o anche per contestare in seconda battuta dopo il mio intervento o porre delle domande”. Per la direttrice del Cav Mangiagalli, “non riuscire neppure a iniziare un discorso fa riflettere, visto che hanno invocato a gran voce la libertà di scelta, ma ci deve essere la libertà di averla questa scelta e di poterla anche offrire. Noi al Cav ascoltiamo per proporre un aiuto. Io dico sempre: non cancellate questa libertà di chiedere un aiuto. Chiunque si trova in una difficoltà, che non sia solo la gravidanza in un momento di fragilità, deve avere la libertà di poter chiedere un aiuto e avere vicino qualcuno che può aiutare. Noi del Cav non andiamo a cercare in giro le persone, siamo qui e non sappiamo al mattino quante mamme chiederanno il nostro aiuto, ma dal momento che arrivano e chiedono un aiuto perché non offrirlo?”. Sibillo spiega: “Da noi arrivano donne da tutti i Paesi e di tutte le religioni, donne migranti, non c’è da noi nessun pregiudizio, noi vogliamo solo offrire un aiuto, non riuscire a dare un aiuto a chi ce lo chiede mi dispiacerebbe tantissimo, come pure sentire qualche donna che dice che avrebbe tenuto il figlio se ci avesse conosciuto prima. Zittire come è successo ieri vuol dire anche cancellare questa richiesta di aiuto, questo è drammatico e fa riflettere”.
Chi ha impedito lo svolgimento dell’incontro? “I contestatori erano giovani, come i loro coetanei organizzatori del convegno, studenti di Medicina, che hanno organizzato una serie di incontri su altre tematiche. Mi hanno detto – afferma la vice presidente del Mpv – che quando hanno diffuso la locandina sul convegno di ieri già si erano create delle contestazioni, che sono sfociate ulteriormente durante l’incontro. E in quelle condizioni non c’è stata possibilità di dialogare, questo è brutto, perché c’è il confronto, ci sta anche di rimanere sulle proprie posizioni, ma è importante almeno la curiosità di sentire e il rispetto di ascoltare. La libertà è vista a seconda delle situazioni”.