Occorre mettere sempre al centro la persona e lavorare cercando di trovare ciò che unisce per combattere le disuguaglianze. Ha richiamato questi concetti il presidente della Cei, il card. Matteo Zuppi intervenendo alla presentazione del Rapporto Svimez dell’Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno sull’economia e la società del Mezzogiorno presso la Pontificia Università Gregoriana. “Occorre sempre pensarsi insieme”, ha detto il porporato, trovando la strada della “solidarietà e della sussidiarietà”.
Ampi gli argomenti trattati dal cardinale intervistato da Patty Torchia, giornalista de La7, a partire dalle disuguaglianze tra Nord e Sud e della situazione sanitaria che attraversa il Paese. La sanità – scrive il rapporto Svimez – tra le aree della spesa pubblica più delicate ha un ruolo preminente. I problemi “in un contesto di contrazione della spesa reale, tenderanno a esacerbare le disuguaglianze tra cittadini e territori”. “Dobbiamo – ha detto il presidente dei vescovi italiani – mettere al centro la persona che ha bisogno di cure. Dobbiamo essere curati tutti allo stesso modo” e difende il sistema sanitario che deve “garantire a tutti l’eccellenza”. E parlando di autonomia differenziata ha chiesto di lavorare per cercare quello che ci unisce. La Chiesa Italiana, dopo le prime posizioni di alcune diocesi e Conferenze episcopali regionali del Sud Italia, ha lavorato ad un documento unitario nel quale si è evidenziato che “il Paese non crescerà se non insieme” per “promuovere un autentico sviluppo”. Il card. Zuppi, sollecitato dalle domande, ha affrontato anche il tema legato all’accoglienza dei migranti, e al “Progetto Albania”.
“Quando si esternalizza non si riesce a risolvere i problemi in casa”, ha detto il porporato annunciando che si sta studiando la situazione anche dal punto di vista giuridico. E sull’immigrazione ha ribadito che il racconto “può cambiare aprendo gli occhi, guardando avanti, ascoltando le esigenze degli imprenditori”.
Com’è possibile – si è chiesto – che ancora dobbiamo alzare i muri? Chi accoglie ha futuro. Non vogliamo bene all’Italia alzando muri e conservando quello che siamo. Siamo già diversi! L’altro non è un nemico, ma un concittadino”, ha ribadito sottolineando – come aveva fatto ieri al festival della Migrazione a Bologna – che non “possiamo accettare ancora oggi la morte di bambini in mare”. Poi uno sguardo ai conflitti in corso nel mondo: la “guerra è una tragedia. Prima arriva la pace è meglio è. Dobbiamo trovare tutti i modi per costruire la pace”, ha detto: “Pace, giustizia e benessere devono andare insieme. La pace è giustizia. La pace stessa è giusta”. Da qui l’auspicio che la comunità internazionale si “ritrovi più unita per trovare le condizioni e le garanzie per costruire una pace duratura”. “Credo – ha concluso – che comincia a esserci un’evidente consapevolezza che
è indispensabile trovare il modo per chiudere i conflitti”.
In un messaggio al presidente dello Svimez, Adriano Giannola, il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, sottolinea che il Rapporto annuale sull’economia e la società del Mezzogiorno costituisce “un documento di riferimento per la conoscenza delle dinamiche sociali, demografiche ed economiche che si registrano nel Meridione, utile per fornire elementi di riflessione circa le politiche e le iniziative necessarie per contrastare i divari territoriali in tema di sviluppo e servizi al cittadino, rafforzando così la coesione della comunità nazionale e incrementando la competitività complessiva del Sistema Paese”. Alla presentazione, tra gli altri, anche l’intervento – da remoto – del sindaco di Napoli e neo presidente dell’Anci, Gaetano Manfredi secondo il quale il Mezzogiorno “sta crescendo tanto, viene da stagioni di familismo e in cui il valore della formazione delle competenze non è stato mai tanto al centro del modello di sviluppo che si vedeva, ma vedo un nuovo Mezzogiorno tanto impegnato, con tanti giovani di qualità e tanti bravi amministratori”. Se il Sud non cresce – ha concluso – sarà un fattore di rischio per tutto il Paese. Non possiamo rallentare nella crescita. L’Italia ha bisogno del Mezzogiorno. La spinta propulsiva non deve fermarsi”.