“Ho bisogno di preghiere, perché il mio lavoro è molto accelerato e la mia moto è invecchiata e non funziona bene”. Lo ha detto, a braccio, il Papa, ricevendo in udienza una delegazione della Federazione motociclistica internazionale. “Come Federazione sportiva avete il compito di gestire e disciplinare il motociclismo nel territorio nazionale e di rappresentarlo a livello internazionale”, ha esordito Francesco, incoraggiando i presenti ad “impegnarsi nella sensibilizzazione al rispetto delle regole del Codice di sicurezza stradale”, attraverso la diffusione dell’educazione stradale nelle scuole, in modo da “far riflettere i ragazzi, che ammirano i campioni delle moto ma spesso sono incoscienti dei pericoli”. “Sono moltissime le vittime di incidenti stradali, e tanti giovani sono lì!”, il grido d’allarme del Papa, secondo il quale “in molti casi la cattiva conoscenza o la mancata applicazione delle norme di sicurezza mette in pericolo l’incolumità non solo di chi guida, ma anche quella altrui. Per questo il tempo dedicato alle iniziative didattiche in tal senso è un investimento a favore della vita”.