“A un decennio dall’entrata in vigore della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica (Convenzione di Istanbul), sono stati compiuti molti progressi, ma troppi Paesi europei non definiscono ancora lo stupro in linea con le linee guida del trattato”. È il segretario generale del Consiglio d’Europa, Alain Berset a scriverlo in una dichiarazione per la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Il monitoraggio della Convenzione da parte del preposto Gruppo di esperti Grevio rileva iniziative importanti come le linee telefoniche specializzate attive 24 ore su 24, 7 giorni su 7, un maggiore accesso ai rifugi e lo sviluppo di piani d’azione nazionali completi. Ma, secondo Berset, “si dovrebbe fare di più”, per esempio, nel contrasto alle molestie sessuali online, allo stalking o alla violenza psicologica, “che sono diventati problemi crescenti in tutta Europa”. Anche la definizione di stupro – che secondo la convenzione sussiste ogni volta in cui non ci sia consenso liberamente dato – resta in molti casi legata alla tradizionale definizione basate sulla forza. Alcuni Paesi di recente hanno introdotto nella giurisprudenza la modifica della definizione, secondo l’indicazione della Convenzione, (Finlandia, Danimarca, Belgio e Spagna). Berset chiede che tutti i Paesi europei, oltre a ratificare la Convenzione, “adottino una definizione legale di stupro basata sull’assenza di consenso liberamente espresso”. E conclude: “Proteggere le donne e le ragazze dalla violenza è un obbligo che dura tutto l’anno. I 16 giorni di attivismo contro la violenza di genere dal 25 novembre al 10 dicembre incoraggiano i governi a intensificare i loro sforzi”.