Testamento solidale: Comitato, “una forma di dono che alimenta il legame sociale”. Il parere dell’antropologo Paolo Apolito

(Foto Danilo Garcia Di Meo)

Il testamento solidale è un dono? È la riflessione che il Comitato Testamento solidale propone alla vigilia del Giving Tuesday, la Giornata internazionale dedicata alla generosità, prima delle feste natalizie e della grande corsa agli acquisti.
“Il testamento solidale è un dono che alimenta e rafforza il legame sociale. Il dono è inserito in una dinamica fruttuosa di scambio sociale. C’è la sua forma simmetrica e quella asimmetrica, esso può prevedere equilibrio, ma anche disequilibrio come forma simbolica di conflitto. In generale il dono non è mai del tutto un dono, conserva sempre la sua ‘coda’ di ritorno a casa, ritorno al donatore. Persino il dono totalmente gratuito, quello in cui il donatore non si aspetta niente in cambio, ha un suo ritorno-a-casa, poiché, come sottolinea il filosofo francese Derrida, l’autogratificazione del donatore è di per sé annullamento della gratuità totale. E non è un male, nel caso del testamento solidale: un sentimento ‘finale’ positivo di sé e per gli altri”, spiega l’antropologo Paolo Apolito, che sul tema ha collaborato con il Comitato in occasione della presentazione dell’ultima ricerca su “Valori, donazioni e lasciti solidali” realizzata da Walden Lab-Eumetra.
Secondo la ricerca, in Italia, fare testamento resta un tema lontano per la maggioranza: nel 2024, 7 italiani su 10 non lo considerano e la quota di coloro che sono contrari è stabile al 71% (contro il 72% nel 2023). Rimane anche invariato il 18% che ha già fatto testamento o intende farlo (era il 19% nel 2023). Il primo motivo per non fare testamento è la volontà che i beni vadano esclusivamente e in via diretta agli eredi legittimi (44%). Tuttavia, la consapevolezza riguardo al lascito solidale è in aumento, con una crescita di 12 punti percentuali negli ultimi cinque anni.
“Sembrerebbe dai dati che sia ancora diffusa tra gli italiani l’idea che il lascito solidale toglierebbe qualcosa ai propri eredi diretti. Ma bisogna osservare che, prima ancora che per il testamento solidale, è per il proprio testamento in generale che sembrano affiorare consistenti perplessità, dubbi, persino ostilità – ricorda Apolito –. Allora, la preclusione verso il testamento solidale, perché sottrarrebbe risorse ai propri familiari, potrebbe essere una copertura di una sorta di tabù del pensiero della propria morte. Cioè che non fare testamento sarebbe una forma elementare di esorcizzazione della morte. È un sospetto credibile, senza dubbio. Però io vorrei anche far presente che sono solo dieci anni circa che è nato il Comitato Testamento solidale e che in dieci anni ha fatto passi da gigante nella percezione degli italiani. Il testamento solidale è poco agito dagli italiani anche perché è poco noto, ogni anno si aggiunge tassello a tassello grazie alla penetrazione della comunicazione, che ha bisogno di tempo per intervenire nei vissuti valoriali degli italiani”.
Rossano Bartoli, portavoce del Comitato Testamento solidale e presidente della Lega del Filo d’Oro, dice: “Il Comitato Testamento solidale negli ultimi undici anni ha accompagnato l’opinione pubblica in un percorso di conoscenza e consapevolezza sul lascito solidale, di cui oggi vediamo i frutti. Siamo consapevoli che il lascito solidale continua ad essere scelto solo da una minoranza di italiani. Tanti italiani in più rispetto al passato, però, ora sanno che esiste questa forma di solidarietà. Il lavoro da compiere è ancora tanto, il nostro impegno continua”.
Il Comitato Testamento solidale, nato nel 2013 per opera di 6 organizzazioni promotrici, è impegnato da oltre un decennio nel coinvolgimento del mondo del non profit in attività di studio del settore, di informazione e di sensibilizzazione. Attualmente il Comitato conta 28 associazioni aderenti. Info: www.testamentosolidale.org.

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