Il card. Felipe Arizmendi Esquivel, vescovo emerito di San Cristóbal del las Casas, in un video rende grazie al Signore dopo che il Dicastero per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, con l’autorità del Papa, ha approvato una serie di adattamenti liturgici per le comunità indigene dello Stato messicano del Chiapas, in particolare per le etnie Tseltal, Tsotsil, Ch’ol, Tojolabal e Zoque della diocesi di San Cristóbal de las Casas. Questo, secondo il porporato, che era stato il promotore dell’iniziativa, “non è distruggere la liturgia, al contrario, è farne una cultura”. Tra gli adattamenti ci sono “alcune danze rituali, che non sono folclore, ma un modo di pregare danzando; oppure che uomini o donne possono guidare la preghiera insieme al sacerdote; e che sono le donne a fare l’incensazione”.
Prosegue il card. Arizmendi, come riporta Adn-Celam: “Ringraziamo Dio e speriamo che questo continui in modo che anche altri siano incoraggiati a cercare modi per inculturare la liturgia, in modo che la liturgia sia anche parte del popolo. Questo provvedimento è molto significativo perché è il secondo caso in tutta la storia post-conciliare in cui sono stati approvati adattamenti liturgici; l’altro è stato per le diocesi del Congo, in Africa. Questi riti sono una forma di incarnazione della fede in espressioni molto proprie di queste culture”.
Entrando nel dettaglio, il cardinale ha spiegato che “le danze rituali sono state approvate all’offertorio, nella preghiera dei fedeli o nel ringraziamento dopo la comunione. Non si tratta di folclore, ma di semplici movimenti di tutta l’assemblea, monotoni, contemplativi, accompagnati da musica tradizionale, che esprimono lo stesso rito romano, ma in un’altra forma culturale”. Ha anche annunciato che è stato approvato che siano le donne a esercitare il ministero di incensatrici durante la messa, al posto del sacerdote: “Una volta che il sacerdote impone e benedice l’incenso, lei o loro incensano l’altare, le immagini, i vangeli, i ministri e l’assemblea. Lo fanno non con il comune turibolo, ma con un incensiere specifico della cultura. Non si tratta di una richiesta femminista, ma di qualcosa di tradizionale in questi popoli originari; sono loro che ordinariamente incensano nelle preghiere tradizionali”. Allo stesso tempo, è stato approvato che un laico, uomo o donna, riconosciuto di rilevanza morale, guidi alcune parti della preghiera comunitaria.