Sanità: p. Bebber (Aris), “non lasciamoci trascinare dalla malacorrente individualista ed egoista”

“L’Aris non è nata per essere formata da mondi chiusi, incapaci di dialogare tra loro, di correre in aiuto di chi è in difficoltà perché parte di una grande famiglia: l’Aris è tutt’altro. È quella grande famiglia che unisce, che non divide ma condivide. Non lasciamoci trascinare da quella mala corrente individualista ed egoista che sembra dominare oggi la nostra società. Riscopriamo quel senso di servizio volto a mettere l’uomo al centro di ogni processo di cura e di ogni interesse scientifico”. È l’esortazione rivolta questa mattina da padre Virginio Bebber, presidente dell’Aris, nella relazione pronunciata durante la assemblea nazionale che si svolge a Roma.
“Sappiamo perfettamente – ha proseguito – che solo quando l’uomo si concepisce non come un mondo a sé stante ma come uno che per sua natura è legato a tutti gli altri, originariamente sentiti come ‘fratelli’, è possibile una prassi sociale solidale improntata al bene comune.
Questa è la logica evangelica che deve qualificare il nostro operare”, nel mondo”. “E siamo consapevoli – ha aggiunto – che la nostra missio comporta una risposta alternativa a quella che è la ‘logica del profitto ad ogni costo, del dare per ottenere, dello sfruttamento che non guarda alle persone’”. “Le strutture che sono riunite nell’Aris, considerano questi principi come humus su cui si fonda il loro operato”, ha ammonito: “Non dobbiamo mai dimenticarlo, altrimenti perché l’uomo, nel momento della sua fragilità, dovrebbe scegliere di rivolgersi a noi piuttosto che ad altri? A casa nostra deve trovare, oltre ad una professionalità di alto livello, quell’accoglienza carica di amore e solidarietà che fa la differenza”.

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