Ucraina: mille giorni di guerra. S.B Shevchuk (arcivescovo maggiore di Kyiv), “sia ascoltata la voce del popolo, altrimenti è un monologo tra potenti”

“Il tema della guerra in Ucraina è al centro dei negoziati non soltanto diplomatici e politici, ma anche economici. Chiediamo allora a tutti di avere il coraggio di ascoltare la voce degli ucraini. Che non pensino di trovare una pace senza di noi. In passato, abbiamo visto parlare di noi senza di noi. Ma la voce dell’Ucraina deve essere ascoltata, considerata. L’Ucraina deve essere come popolo, il soggetto di queste trattative. Solo così si può avviare un autentico dialogo e non un monologo dei potenti. Solo così si svelerà una via per una pace giusta”. Lo ha detto Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica, in un’intervista rilasciata oggi al Sir per i 1.000 giorni di invasione russa su vasta scala in Ucraina. Nell’intervista l’arcivescovo maggiore di Kyiv ricorda alcuni “punti” essenziali di “pace giusta”. “Primo, la pace giusta deve considerare il diritto alla vita e alla dignità della persona umana. Perché spesso quando si parla di pace, si parla dei territori, quello che uno può cedere e quello che uno può rivendicare. Ma nessuno parla delle persone umane che abitano in questi territori. Secondo, una pace autentica non può mai essere confusa con una tregua. La pace giusta deve essere duratura. Se oggi, ad esempio, a livello diplomatico e politico si preparano le basi per una trattativa di tregua secondo una formula di Minsk 3 che prevede un congelamento del conflitto, ma questa trattativa non tocca le cause di questo conflitto, questa tregua scambiata per pace giusta non solo durerà un periodo molto breve ma darà la possibilità all’aggressore di raccogliere più forze e attaccarci di nuovo. È quello che abbiamo succedere fin dal 2014. Terzo, la pace giusta deve aprire una strada alla riconciliazione. Se i cuori non saranno placati, se le intenzioni dei malvagi non cambiano, la pace non ha alcuna possibilità di sorgere, perché la giustizia e la verità si devono abbracciare, sempre”.

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