L’aspettativa di vita alla nascita in Europa è salita, dopo la pandemia, a una media di 81,5 anni, con un divario di 8 anni tra Paesi con le aspettative di vita più alte e più basse. Lo dice “Health at a Glance: Europe 2024”, il rapporto della Commissione europea e dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) presentato oggi. Perché l’allungamento della vita corrisponda a un invecchiamento in salute, è fondamentale la “promozione della salute durante tutto l’arco della vita e la prevenzione delle malattie”. Ma la fotografia preoccupante è quella che riguarda la forza lavoro sanitaria europea che sta vivendo una “grave crisi”. La carenza di medici, registrata in 20 Paesi Ue nel 2022-2023, e di infermieri, denunciata da 15 Paesi, corrisponde a un buco di circa 1,2 milioni tra medici, infermieri e ostetriche. Oltre un terzo dei medici e un quarto degli infermieri in servizio hanno più di 55 anni e quindi andranno in pensione nei prossimi anni, mentre cala tra i giovani l’interesse per le carriere sanitarie, e infermieristiche in particolare. A crescere è l’afflusso di medici e infermieri formati all’estero: +17% di medici nel 2022 rispetto al 2019, e +72% di infermieri. “La pianificazione della forza lavoro sanitaria è essenziale per orientare l’elaborazione delle politiche e garantire che la forza lavoro sanitaria sia sufficientemente dotata di personale e qualificata”, dice il rapporto. Servono migliori condizioni di lavoro e retribuzioni, maggiori investimenti e percorsi di formazione. “Il nostro panorama sanitario sta cambiando rapidamente in Europa, con la digitalizzazione, i cambiamenti climatici, i cambiamenti demografici e i cambiamenti sociali che creano nuove e complesse sfide”, ha commentato Stella Kyriakides, commissaria per la salute. Da un lato occorre agire con “innovazione, investimenti e sostegno alla nostra forza lavoro”, dall’altra sono fondamentali le scelte quotidiane per “mantenersi più sani più a lungo”.