Si svolgerà il 20 e 21 novembre, dopo 27 anni, il censimento generale della popolazione dell’Iraq. Un evento importante che ha spinto il patriarca caldeo di Baghdad, card. Louis Raphael Sako, a invitare i cristiani nel Paese a partecipare attivamente e a collaborare con i team incaricati (120mila rilevatori) di questa indagine sulla popolazione. A riguardo Mar Sako parla di “dovere nazionale” e si rammarica per “la mancata inclusione di migliaia di iracheni che vivono nei paesi vicini, tra cui centomila cristiani”. Inserirli, per il patriarca, “avrebbe aggiunto un elemento in più sull’appartenenza nazionale. La diversità è forza, non differenza. Attendiamo con impazienza – conclude il cardinale – l’accuratezza, l’onestà e l’integrità dell’équipe incaricata del censimento e dei cittadini nel fornire le informazioni corrette”. L’ultimo censimento in Iraq risale al 1997, Saddam Hussein era al potere e l’Iraq contava una popolazione di 22 milioni di persone. Nel 2009 e nel 2020 furono indetti altri censimenti, non andati a buon fine per la violenza (2009) contro i rilevatori e il Covid. Nei giorni del 20 e 21 novembre in Iraq è stato dichiarato il coprifuoco per garantire la sicurezza degli intervistatori.