“Negli interventi liberi è emersa la necessità di snellire molto anche i linguaggi”, evitando l'”ecclesialese” e andando incontro alle esigenze dei giovani. Lo ha detto mons. Erio Castellucci, vicepresidente della Cei e presidente del Comitato nazionale del Cammino sinodale, rispondendo alle domande dei giornalisti durante la conferenza finale della prima Assemblea sinodale, che si è chiusa oggi nella basilica di San Paolo fuori le mura. Dalla tre-giorni romana, per il vescovo, è emersa “la consapevolezza che, come Chiesa, siamo ricchi di problemi e di risorse, e questo fa emergere sempre l’opera di Dio intorno a noi. L’opera di Dio, i frutti dello Spirito, i semi del Regno sono emersi durante questa assemblea”. Per spiegare come muoversi nell’orizzonte della missionarietà e della “Chiesa in uscita” auspicata da Papa Francesco, Castellucci ha scelto l’immagine della “dieta”, e cioè della “necessità che si attui uno snellimento nella vita ecclesiale, proprio per essere più agili nella missione, questo soprattutto per quanto riguarda la condivisione della vita cristiana”. “Snellimento nelle strutture ecclesiale e poi nei rapporti con la società”, ha sintetizzato il presidente del Comitato, perché “la profezia incide nella società, fa breccia, ci fa essere lievito e generatori di processi buoni nella società”.