“Il Cammino di questi tre anni ci ha abituato a scrutare le pieghe della nostra storia, cogliendo con umiltà sia le ferite dentro e fuori la Chiesa, sia i raggi di speranza e di vita, che abitano il quotidiano delle case e delle strade e che spesso restano sepolti sotto la coltre delle cattive notizie”. Lo ha detto mons. Erio Castellucci, vicepresidente della Cei e presidente del Comitato nazionale del Cammino sinodale, nel suo “rilancio finale” a conclusione della Prima Assemblea sinodale delle Chiese in Italia, svoltasi in questi giorni a San Paolo fuori le mura. “Anche in questi giorni, ai nostri tavoli, abbiamo fatto circolare esperienze belle e positive, autentiche spie della crescita del Regno di Dio nel nostro tempo. Sono solo germogli, ma la sfida della ricezione sinodale sarà poi quella di sostenere questi stili perché diventino strutturali nelle nostre Chiese”, ha proseguito soffermandosi sui tre “stili” emersi nel cammino sinodale italiano: “lo stile dell’ascolto”, “dagli Organismi di partecipazione alle riunioni degli operatori pastorali”; “lo stile del dialogo”, fatto anche di incontro con mondi non ecclesiali, come “le diverse povertà materiali, relazionali, spirituali; i mondi delle professioni e del lavoro, come artisti, imprenditori, agricoltori, giornalisti, docenti, operai”; “lo stile della partecipazione”, prima di tutto nella riattivazione dei Consigli pastorali, “strumenti importanti” per la Chiesa in missione.