Assemblea sinodale: mons. Castellucci, “testo finale non sarà un manuale”

“Abbiamo sperimentato, sebbene rapidamente, la bellezza di essere popolo profetico”. Lo ha detto mons. Erio Castellucci, vicepresidente della Cei e presidente del Comitato nazionale del Cammino Sinodale, nel suo “rilancio finale” a conclusione della Prima Assemblea sinodale delle Chiesa in Italia, svoltasi in questi giorni nella basilica di San Paolo fuori le mura. “Questo è il Cammino sinodale, prima ancora e forse più ancora che un testo scritto”, ha puntualizzato il vescovo: “Un testo, certo, sarà necessario: lo dovremo discutere e votare nella Seconda Assemblea sinodale e nella prossima Assemblea Generale della Cei; ovviamente non potrà contenere tutti i temi pastorali e sociali ma dovrà tenerli presenti, perché costituiscono l’orizzonte missionario sul quale si deve misurare la riforma delle nostre Chiese”. “Se a qualcuno sembra che gli argomenti proposti nelle schede siano troppo intra-ecclesiali è perché il Cammino sinodale si snoda su ciò che deve cambiare dentro la Chiesa, per poter camminare più speditamente con l’umanità del nostro tempo, cogliendo i frutti dello Spirito e annunciando il Vangelo di Gesù in maniera più snella”, ha spiegato Castellucci: “Il testo finale dunque non potrà essere un corposo manuale di temi pastorali, ma un tentativo di sbloccare alcune pesantezze che ora ci affliggono, perché siamo feriti dal peccato. Come tante volte ci siamo detti, e il Papa stesso ci ha rammentato fin dall’inizio, è l’esperienza sinodale a doversi incidere in maniera indelebile nelle nostre Chiese: stili e prassi sinodali sono e saranno i frutti più significativi di questo Cammino”.

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