È la Giornata europea di sensibilizzazione sugli antibiotici, il prossimo 18 novembre, che quest’anno ha come tema “La resistenza antimicrobica è invisibile, io no”. “La resistenza antimicrobica è una delle maggiori minacce per la salute dei nostri tempi, con un costo umano inaccettabilmente elevato”, segnala la Commissione europea: ci sono circa 35mila decessi all’anno nell’Ue dovuti alla resistenza antibiotico, dato che su scala mondiale potrebbe salire a quasi 40 milioni di morti entro il 2050. Anche rilevante è il peso economico, se non si intensifica la risposta: proiettato al 2050 potrebbe salire a una perdita di 1.600 miliardi di euro nel Pil mondiale. “L’anno scorso abbiamo fissato obiettivi chiari per aiutare gli Stati membri a ridurre la resistenza antimicrobica entro il 2030”, ha segnalato la commissaria per la salute Stella Kyriakides, “abbiamo aumentato il nostro sostegno alla ricerca, abbiamo proposto incentivi per incoraggiare lo sviluppo di nuovi antibiotici”, attraverso il programma Eu4Health. L’Ue guida, inoltre “gli sforzi per un impegno delle Onu a ridurre del 10% i decessi globali entro il 2030”. Servono però una “volontà politica”, continua Kyriakides, “cooperazione e impegno globali” per riuscire a “fare la differenza per i cittadini di tutto il mondo”. In questo senso va il programma One Health dell’Ue, che stabilisce limiti rigorosi per gli antibiotici nell’agricoltura e nella filiera alimentare, sostiene l’innovazione nella medicina veterinaria e supporta nuovi modi di monitorare i residui di antibiotici è contributo. Oltre a decisioni politiche e investimenti, segnala la Commissaria, c’è una responsabilità personale in relazione all’uso degli antibiotici e alle misure di base di igiene e prevenzione delle infezioni.