Chiesa italiana: mons. Castellucci, “c’è bisogno di un atteggiamento nuovo fatto di vicinanza alla vita concreta delle persone”

“Mi sembra una parte più rumorosa che numerosa”. Così mons. Erio Castellucci, vicepresidente della Cei e presidente del Comitato nazionale del Cammino sinodale, nel briefing di oggi sull’Assemblea sinodale delle Chiese in Italia ha descritto quella parte dei cattolici resistenti al cambiamento, che Papa Francesco definisce “indietristi”. “La gran parte degli operatori pastorali che operano nella Chiesa ha condiviso il sogno di Chiesa che Papa Francesco ha delineato nell’Evangelii gaudium”, l’analisi del vescovo, secondo il quale “in Italia facciamo più fatica a tradurre in pratica questo sogno di Chiesa, all’insegna della conversione missionaria”.  La prima “fatica” che fa la Chiesa italiana, secondo Castellucci, “si nutre dell’illusione che la fede popolare tenga. Ci siamo illusi che il vento della secolarizzazione soffiasse in superficie, ma che in profondità i valori tenessero: oggi ci siamo accorti che non è così, che ciò che tiene sono germogli di evangelizzazione, non necessariamente centrati sui praticanti ma spesso presenti in persone in cui non si sospetterebbe una consonanza con il Vangelo”. Di qui la necessità di “avere un atteggiamento nuovo come Chiesa: non quello di una mietitura di massa, ma di spigolare, di mettere in primo piano la relazione personale, la vicinanza alla vita concreta persone”.

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