“In Italia c’è una sovrabbondanza di strutture che risponde ad una visione cristiana che non c’è più”. A denunciarlo, enucleando i principali temi emersi nel Cammino sinodale, giunto ora alla fase profetica, è stato mons. Erio Castellucci, vicepresidente della Cei e presidente del Comitato nazionale del Cammino sinodale, nel primo briefing della prima Assemblea sinodale delle Chiese in Italia, in corso a Roma, nella basilica di San Paolo fuori le mura, fino al 17 novembre. “In una società plurale dobbiamo avere il coraggio di di rivedere le nostre strutture”, ha detto il vescovo: “C’è bisogno di una maggiore apertura alla guida delle nostre comunità da parte di laici e laiche. Nella Chiesa italiana c’è una questione femminile che va sbloccata, valorizzando le ministerialità e i servizi e sgravando i parroci dalle questioni amministrative e gestionali”. “Non parlo solo di strutture materiali, che sono tante, in parte utili e in parte pesanti – ha puntualizzato Castellucci – ma anche di strutture mentali dovute ad una certa burocrazia di troppo, e di forme di tradizionalismo che non provengono più da un certo animo di fede ma dal bisogno di una certa identità”.