In Italia, quasi una persona su 10 (per la precisione il 9,7%) vive in povertà assoluta. Al Nord, sono 998.000 le famiglie in quella condizione, con un aumento del 97,2% in 10 anni. Non solo, in base ai dati sulle persone assistite dalla Caritas: la povertà si fa più intensa, cioè i poveri diventano sempre più poveri; c’è uno stretto legame fra povertà economica e povertà educativa (il 67% possiede al massimo la licenza media); è negato il “diritto di aspirare” a una condizione di vita migliore; quasi un assistito su 4 ha un lavoro, ma la retribuzione non basta per arrivare a fine mese; la povertà non è solo economica; cresce il disagio psicologico e psichiatrico tra gli assistiti; il numero dei senza dimora è in forte crescita; tra i poveri aumenta l’incidenza delle persone con più di 65 anni. Sono dati riportati nel “Rapporto su povertà ed esclusione sociale in Italia” redatto dalla Caritas italiana con il titolo “Fili d’erba nelle crepe. Risposte di speranza”.
Il “Rapporto” è stato presentato martedì, in occasione della VIII Giornata mondiale dei poveri istituita da papa Francesco che si celebra domenica. Il “Rapporto” è di 196 pagine. Ma è disponibile una sintesi di 10. È una lettura illuminante sullo stato del Paese. Ma è anche uno stimolo per far fronte alla situazione intensificando ancor più l’impegno a livello diocesano, parrocchiale e anche individuale per aiutare tante persone a uscire dal baratro della povertà e della disperazione che l’accompagna.
La crescita della povertà riguarda tutti
In base ai dati sulle persone assistite dalla Caritas: la povertà si fa più intensa, cioè i poveri diventano sempre più poveri