“Giornalismo e speranze. Le speranze del giornalismo”. Richiama il tema del Giubileo che sta per iniziare – “Pellegrini di speranza” – il convegno organizzato per celebrare il cinquantesimo di fondazione di Roma Sette, settimanale della diocesi di Roma, dorso domenicale di Avvenire. L’evento è promosso dall’Ufficio per le Comunicazioni sociali del Vicariato con Ordine dei giornalisti del Lazio, Lumsa, Ucsi Lazio e Roma Sette. L’appuntamento è per mercoledì 20 novembre alla Libera Università Maria Santissima Assunta, la Lumsa (Sala Giubileo – via di Porta Castello, 44) a partire dalle 10. Una mattinata di riflessione e confronto che vedrà la partecipazione di tanti amici ed estimatori del settimanale, pronti a confrontarsi sul presente e sul futuro del giornalismo. L’evento è riconosciuto come corso gratuito di formazione per giornalisti accreditato dall’Ordine del Lazio e rilascia 6 crediti deontologici (iscrizione obbligatoria sulla piattaforma www.formazionegiornalisti.it).
A dare il via alla giornata, con i saluti iniziali, saranno il rettore della Lumsa Francesco Bonini; il vicario generale di Sua Santità per la diocesi di Roma, l’arcivescovo Baldo Reina; il presidente dell’Ordine del Lazio Guido D’Ubaldo; padre Giulio Albanese, direttore dell’Ufficio per le Comunicazioni sociali del Vicariato; e Maurizio Di Schino, giornalista e presidente dell’Ucsi Lazio. Quindi si entrerà nel vivo dei lavori, moderati e introdotti dal vaticanista Rai Ignazio Ingrao. Interverranno poi Marco Girardo, direttore di Avvenire; Vincenzo La Manna, vicedirettore di Askanews; Virginia Piccolillo, giornalista del Corriere della Sera; Roberta Serdoz, vicedirettrice del TgR Rai; e Fabio Zavattaro, giornalista nonché direttore del Master in giornalismo della Lumsa. Ci sarà poi ampio spazio per il dibattito e le conclusioni. “Personalmente ritengo che il giornalismo – osserva padre Albanese –, prima ancora che essere un mestiere, come a volte si pensa, sia soprattutto una vocazione, un servizio al bene comune, quello condiviso. Da questo punto di vista, guardando anche l’imminente Giubileo, anche i giornalisti sono chiamati a passare la Porta Santa, quella della conversione… Quello che ci viene chiesto è di dare voce a chi non ha voce. Dobbiamo infatti confessare che, molte volte, certe testate giornalistiche assecondano interessi che non necessariamente rispondono alle istanze della gente. In una battuta: il giornalismo ha bisogno di redenzione”.