Occorre analizzare le città come come fattore di rischio e ripensarle come fattore di salute. Lo ha detto Fabio Mosca, professore ordinario di Pediatria all’Università degli studi di Milano e delegato del rettore sui temi della salute urbana, nel suo intervento a Welfair 2024, la Fiera del fare sanità che si chiude oggi alla Fiera Roma. “Entro il 2030 – ha spiegato -, il 70% della popolazione vivrà nelle città e questo porterà ad un sovraffollamento dei centri urbani. Bisogna voltare lo sguardo ai contesti nord europei che adottano modelli di vita più sostenibili. Incentivare la mobilità dolce, aumentare le aree verdi che riducono il rischio di malattie non trasmissibili e migliorano la salute mentale. Occorre adottare una pianificazione urbana orientata alla tutela della salute che possa ridurre gli effetti negativi del cambiamento climatico”.
Tra le pandemie “non trasmissibili” del terzo millennio si registra il lipedema, patologia riconosciuta dall’Oms solo nel 2018, che, ha spiegato Sandro Michelini, angiologo e presidente di Lipedema World Alliance, “è una patologia cronica, sottostimata, multifattoriale e fortemente disabilitante fisicamente e psicologicamente, sulla quale uno stile di vita che tenga sotto controllo l’infiammazione incide molto positivamente”. La buona notizia è che oltre il 70% delle principali cause di mortalità, associate a malattie cardiovascolari, diabete mellito, obesità, sindrome metabolica, malattie neurodegenerative e cancro, può essere prevenuto semplicemente migliorando il proprio stile di vita. Interventi come restrizione calorica, esercizio fisico, smettere di fumare e ridurre l’esposizione agli inquinanti possono modulare l’espressione dei geni. “Le ultime ricerche – dice David Brenner, professore di Cancer Metabolism negli Usa – ci dicono che la differenza tra età cronologica ed età biologica non è genetica, ma epigenetica; dovuta, cioè, all’espressione dei geni che provocano l’invecchiamento cellulare, ed è guidata da fattori come l’infiammazione. Fattori, a loro volta, legati in maniera particolarmente forte all’alimentazione”. Su queste basi, il medico e scienziato Eugenio Luigi Iorio ha fondato nel 2014 ad Ascea l’Università popolare di medicina degli stili di vita, che si basa su quattro pilastri: alimentazione, esercizio fisico, spiritualità e integrazione sociale.