“In cammino verso una comunione interculturale”: con questo titolo la Conferenza episcopale tedesca ha pubblicato oggi le nuove linee guida per la pastorale nelle altre lingue e riti. Sono il risultato di un processo di riflessione e decisione durato tre anni e portato avanti dalla Commissione per le Migrazioni della Conferenza episcopale tedesca sotto la presidenza dell’arcivescovo di Amburgo, mons. Stefan Heße. “La percentuale in costante crescita di credenti con un passato migratorio nelle nostre diocesi e parrocchie richiede una nuova riflessione su questo campo d’azione pastorale”, scrive nella prefazione il presidente della Conferenza episcopale tedesca, mons. Georg Bätzing. Il modello di comunione interculturale è legato all’appello a un cambio di prospettiva. “Le comunità di altre lingue e riti, spesso molto attive e vitali, non devono essere intese come mondi a sé stanti, come se non avessero nulla a che fare con la vita della Chiesa locale. Ciò vale sia per l’immagine che queste comunità hanno di sé, sia per come esse vengono percepite dalle diocesi e dalle comunità territoriali. Allo stesso modo, non ci si dovrebbe aspettare che i credenti di altre lingue e riti si adattino semplicemente alle strutture ecclesiali locali esistenti come nuovi arrivati”, ha affermato mons. Bätzing, ma “nello spirito di una Chiesa partecipativa e sinodale, tutti i credenti sono invitati a contribuire con le rispettive esperienze, con ciò che per loro è importante e prezioso, con la propria spiritualità e il proprio carattere ecclesiale-culturale”. La Chiesa cattolica in Germania conta circa 3,4 milioni di credenti di nazionalità straniera, che dal 2015 al 2024 sono passati dal 13,4 al 16,7% del totale. In alcune diocesi quasi la metà dei fedeli è migrante. I gruppi più numerosi sono i credenti di lingua polacca, italiana, croata, spagnola e portoghese.