Diocesi: Albano, presentato primo rapporto “Scuola e legalità”. Il vescovo Viva, “Chiesa non resta in silenzio, senza legalità svaniscono libertà e giustizia”

Foto diocesi Albano/SIR

Semi piantati, da curare, custodire e far crescere. Semi di legalità, semi di speranza, semi di cultura ed educazione. Semi piantati da giovani e adulti, studenti e insegnanti, Chiesa e istituzioni, forze dell’ordine e società civile. Si è svolta oggi, presso il Centro Convegni Mariapoli di Castel Gandolfo, la presentazione del primo Rapporto “Scuola e legalità: incontri e racconti generativi”, che contiene i dati sui percorsi educativi alla legalità – i semi – avviati lo scorso anno nelle scuole di ogni ordine e grado del territorio diocesano, a partire dal progetto “Insieme è possibile”, a cura dell’Ufficio per l’educazione, la scuola e l’Irc, diretto da Gloria Conti, che ha visto la diocesi di Albano collaborare con le Procure di Velletri e di Latina e il Segretariato della Procura della repubblica di Roma presso la Corte d’appello.
All’evento, presentato dalla docente dell’Istituto comprensivo “Giovanni Pascoli” di Aprilia, Patrizia Panecaldo e gestito nella fase di accoglienza dagli studenti del liceo Volterra di Ciampino, hanno partecipato il vescovo di Albano Vincenzo Viva, il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Velletri, Giancarlo Amato e il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Latina, Giuseppe De Falco, che hanno dialogato con gli studenti in un partecipato e coinvolgente momento di confronto. Protagonisti annunciati dell’evento gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado del territorio diocesano, con le esibizioni dei piccoli alunni degli istituti comprensivi Santa Maria delle Mole e Marino Centro, della band del liceo Volterra di Ciampino e degli studenti dell’istituto Vivaldi di Marino e dell’Istituto comprensivo Nettuno I.
“All’origine di questo progetto – ha detto il vescovo Viva – vi era certamente, da parte della nostra comunità ecclesiale di Albano, la mortificante e preoccupante situazione di alcuni Comuni della nostra diocesi: lo scioglimento delle amministrazioni comunali di Anzio e Nettuno per infiltrazioni criminali; l’aggressione a una suora impegnata nell’accoglienza delle donne vulnerabili; un crescente sbando dei giovani, sempre più prigionieri di droghe nuove e antiche; l’indifferenza diffusa sul significato del bene comune e della partecipazione cosciente e corresponsabile alla vita pubblica; la recente operazione antimafia ad Aprilia, con il conseguente scioglimento del Consiglio comunale. Di fronte a questi segnali, la nostra Chiesa di Albano non poteva e non doveva restare in silenzio. La risposta? Un impegno concreto per la legalità, a partire dai giovani e dal mondo della scuola, perché, ne sono profondamente convinto, dove viene meno la legalità, svanisce anche la libertà, la giustizia e la dignità delle persone”.

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