Giovanni Paolo II “proponeva una ‘concezione dell’uomo come essere religioso e dialogante’ (Discorso ai giovani). Perché si può davvero dialogare con gli uomini se si sanno ‘interpretare gli interrogativi e le attese profonde che ne premono il cuore'”. Lo ha detto mons. Giuseppe Baturi, arcivescovo metropolita di Cagliari e segretario generale della Cei, commentando nella sua omelia nella cattedrale di Catania la visita che il Papa santo compì nel capoluogo etneo il 4 e 5 novembre 1994. Baturi si è poi soffermato sull’attualità del messaggio di speranza lanciato allora allo stadio Cibali ai giovani. “La speranza, il desiderio e l’attesa sicuro del bene arduo della felicità e della vita – ha affermato – non possono non spingere alla trasformazione del mondo, non possono non porsi contro la guerra e il disamore alla vita”. D’altra parte, ha aggiunto, “la speranza dei giovani esige la compagnia autorevole degli adulti, l’esempio del loro cammino”. Infine un invito a tutta la comunità: “Cari fratelli e amici, per citare Sant’Agostino, noi siamo strumenti provvisori, che ricordano fatti passati, ma sempre e totalmente impegnati da Dio per una costruzione che non passa, per l’edificazione di un edificio che è casa e scuola di fede, di speranza e carità, quella che, appunto – ha concluso il segretario Cei -, non può mai finire: l’amore che ci vede riuniti oggi e che scrive sempre parole definitive, sull’esempio di Cristo, il buon pastore”.