Commemorazione defunti: mons. Oliva (Locri-Gerace), “la morte non è l’ultima parola scritta sulla nostra vita”

“Come ogni anno, in questo parco verde, antistante il cimitero, ci ritroviamo per rinnovare la nostra fede nella risurrezione. Celebriamo la vita che viene da Dio e rinnoviamo il nostro credere in Lui che è il Dio dei vivi e non dei morti. La fede cristiana nasce dall’incontro pasquale con il Risorto, il Signore che ha vinto la morte, il Vivente che continua a camminare con noi e ci dà il senso del vivere insieme e dell’amare”. Lo ha detto il vescovo di Locri-Gerace, mons. Francesco Oliva sabato rivolgendosi ai fedeli durante la celebrazione eucaristica presso il cimitero di Locri. Te le belle” notizie “consegnate dalla parola di Dio. La prima è che la morte, sconfitta da Dio, “non è l’ultima parola scritta sulla nostra vita”. La seconda è che siamo figli di Dio: “C’è una relazione profonda tra noi e Dio, quand’essa viene meno, vince la morte”. La terza “bella notizia”, per mons. Oliva,  è che “siamo fatti per vivere in comunione, per l’accoglienza e per la solidarietà”.
Il presule della Locride ha ricordato le tante morti causate dalla mano dell’uomo e ha spiegato che, nel giudizio finale, “agli occhi di Dio conteranno molto le opere di misericordia: dare da mangiare a chi ha fame, dare da bere all’assetato, accogliere lo straniero, vestire l’ignudo, visitare l’ammalato ed il carcerato”. Ai fedeli che si sono recati al cimitero non solo per deporre fiori o per accendere lumini, ma soprattutto per pregare, mons. Oliva ha sottolineato che “qui in tutta umiltà abbiamo davanti povertà e fragilità, possiamo pregare e risvegliare in noi il senso della vita, quella vera, che non viene mai meno: la vita eterna. Qui ritroviamo il senso della nostra umanità, con quello che si porta
dentro, senza possibilità di nascondere alcunché. Questo luogo unisce incredibilmente tutti”. Ed ha concluso con l’invito a pregare per tutti: “per i nostri parenti, amici e conoscenti, per coloro che ci hanno fatto del bene, ma anche per chi ci ha fatto del male”.

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