“Preghiamo oggi per Emanuele, preghiamo per chi è nel dolore, preghiamo per tutte le vittime della violenza e del sopruso, preghiamo anche per la conversione di chi continua a spargere morte, affinché si converta e scelga la vita. E infine preghiamo per tutta la nostra città, affinché possa risorgere, possa diventare un luogo dove i nostri giovani crescano serenamente”. Lo ha detto oggi, nella basilica Santa Maria della Sanità, l’arcivescovo di Napoli, mons. Mimmo Battaglia, nell’omelia dei funerali del quindicenne Emanuele Tufano, ucciso una settimana fa in una sparatoria. “Chiediamo al Signore di aiutarci, di svegliarci dal torpore della rassegnazione per fare in modo che nessuno di loro si senta mai solo o inascoltato, che ogni bambino, ragazzo e giovane possa vivere senza paura, nella sicurezza del presente e nella speranza di un domani diverso. Che dia nuovo vigore al nostro impegno a lavorare sul serio, senza più rimandi per tutti i ragazzi di Napoli, per i loro sogni e il loro futuro affinché trovino nelle strade della nostra città non pericoli, ma cammini sicuri per la loro crescita, per la loro felicità. Che il Signore ci dia la forza di trasformare ogni dolore in impegno, la disperazione in speranza, e la morte in una nuova vita”, la preghiera. “Chiediamo al Signore per tutti noi adulti il dono dell’inquietudine, affinché non restiamo indifferenti, affinché troviamo il coraggio di cambiare ciò che deve essere cambiato, di disarmare una città dove le armi la fanno da padrone, di costruire una comunità più giusta, dove ogni vita sia rispettata e amata. Preghiamo insieme per la nostra Napoli, affinché ritrovi la sua bellezza e la sua dignità, e sia davvero un luogo dove tutti possano vivere in pace, nella giustizia, senza paura, con fiducia”, ha aggiunto.
E “voi ragazzi, amici di Emanuele, compagni di scuola, ragazzi tutti che oggi piangete un vostro coetaneo, ragazzi e giovani di Napoli, io sono qui per tutti voi. A voi dico, supplicandovi come un padre che non sa più che fare oltre ad appellarsi a tutti coloro che possono aiutarlo nel costruire per voi un presente e un futuro migliore: scegliete la vita, disprezzate la violenza, prendete le distanze dai modelli criminali che vi vengono proposti, amate, servite, custodite la vita, la vostra vita, la vita degli altri, disarmate cuori e mani, disarmate parole e pensieri”, l’invito forte di mons. Battaglia. “Questa vita, nel suo tempo terreno, è una sola – ha ricordato il presule – e dovete celebrarla con la bellezza della vostra gioia luminosa e non con il ghigno della prepotenza e del sopruso! Ve ne prego, servite la vita, la vostra vita, la vita che vi pulsa dentro, vivetela a pieno, non sprecatela, rispettatela in voi stessi e negli altri, amatela, amatevi, sognate, camminate insieme, gli uni accanto agli altri, costruendo una città più fraterna, inclusiva, pacifica!”. Un ultimo messaggio l’arcivescovo lo ha rivolto a “quei ragazzi che credono di risolvere tutto con la violenza: vi prego, deponete le armi, abbandonate la logica del sopruso e della prepotenza e lasciatevi raggiungere, educare ed accompagnare da chi crede ancora in voi, da chi vede nel vostro cuore un punto sacro e accessibile al bene. Perché è in gioco la vostra vita e cambiare è possibile”.