Chiese invase dal fango, immagini sacre disperse, vittime. Quasi tutte le parrocchie dei piccoli centri dell’arcidiocesi di Valencia, in Spagna, sono allagate e hanno subito gravissimi danni dalle piogge intense e alluvioni di questi giorni provocate dal fenomeno meteorologico Dana. Alcuni abitanti delle comunità parrocchiali sono morti. In alcune zone i telefonini non funzionano, manca l’acqua e l’elettricità. Gli sfollati sono accolti in centri sportivi e scuole. Anche se sono tutti colpiti ora la priorità è mobilitarsi per portare aiuti e accompagnare le persone. La rete della solidarietà spontanea si è già attivata. Intanto continua a salire il bilancio delle vittime: secondo il Centro di cooperazione operativa integrata, dipendente dalla Generalitat Valenciana, almeno 155 persone sono morte nella Comunidad Valenciana. Sono state registrate anche tre vittime in Castilla-La Mancha e Andalusia, portando a 158 il bilancio complessivo delle vittime. Oltre 120.000 sono gli sfollati.
Nel decanato San Vicent Ferrer, che comprende le località di Vilamarxant, Ribarroja, Lliria, Benisanó e Benaguasil, si stanno già mobilitando. “Le popolazioni più colpite sono quelle vicine al fiume Turia e alle sue gole, come Ribarroja e Vilamarxant”, spiega don Francisco Ferrer, arciprete e parroco di Santa Catalina de Vilamarxant:
“Le parrocchie si sono messe a disposizione dei comuni per offrire locali e strutture, e attraverso la Caritas, coperte, cibo, caricabatterie per cellulari e altri aiuti
per le persone che alloggiano nei centri sportivi e nelle scuole delle zone industriali rimaste isolate, come Pedralba, Cheste o Chiva”. Don Ferrer ha assicurato che “ci sono stati danni anche nelle strutture vicine ai burroni che sono straripati, come le scuole parrocchiali di San Francisco e Santo Domingo de Vilamarxant, e nelle chiese, dove l’acqua è entrata come nel resto delle case a causa di pioggia e vento impressionante”.
Nel comune di Pedralba “la parte bassa della città era piena d’acqua che entrava nelle case. C’è molta desolazione e ci sono state perdite materiali. Siamo senza acqua, senza elettricità, senza rete mobile”, afferma don Samuel Aristizabal, parroco della Purísima Concepción di Pedralba. Anche la sua parrocchia è completamente allagata. A Pedralba “non pioveva così tanto da 67 anni, l’acqua ha devastato gran parte del paese” e
anche la macchina del parroco “è annegata nell’alluvione”.
Nel comune di Catarroja il parroco di Nostra Signora del Pilar e María e Madre della Chiesa di Catarroja, don José Vicente Alberola, spiega che nella sua zona
l’acqua è salita fino a tre metri di altezza con una forza molto grande e ci sono stati dei morti.
“Le due parrocchie sono allagate fino a tre metri d’acqua, stiamo cercando di salvare qualcosa”. Nella chiesa di Nostra Signora del Pilar “l’immagine della Vergine è scomparsa, portata via dalle acque. Non abbiamo quasi copertura telefonica e sta diventando difficile contattare le persone per gli aiuti. Piano piano toglieremo il fango, è tutto distrutto”. Anche ad Alfafar si registrano diversi morti e la situazione nelle strade è dantesca. “Molte persone hanno perso tutto e le montagne di auto sono impressionanti. Non abbiamo elettricità né acqua potabile e la comunicazione è molto scarsa” racconta il parroco.
Da Aldaia, il parroco don Francisco Furió assicura di stare bene. “Ho perso la macchina, ma non è niente. Tutto è allagato, comprese le due parrocchie.
Abbiamo quattro vittime confermate ma temiamo ce ne siano altre. Le persone sono devastate. Questo è un film horror. Ma stiamo bene. Pregate, è molto difficile”.
“E’ una situazione dantesca”, afferma don Ángel Miguel Olivares, parroco di Nuestra Señora de Lepanto di Castellar. “È un disastro. Le persone sono sotto choc. Molti hanno perso la casa, le attività, hanno perso tutto ciò che avevano. Sono allagate anche la parrocchia e l’Abbazia”. Don Ángel Miguel Olivares ha visitato le aziende e “le persone nelle loro case per vedere come stanno. Perché a livello emotivo le persone sono devastate”. Tramite la Caritas hanno contattato la Protezione Civile per prendersi cura “delle persone sole, degli anziani, dei malati”. Il parroco di Nostra Signora di Lepanto assicura che “nel breve o medio termine sarà fondamentale l’accompagnamento parrocchiale così come quello spirituale. Dobbiamo dare sollievo alle persone, incoraggiarle e stare con loro”. Chiede anche di pregare per i sacerdoti “perché possiamo sostenere le persone che sono con noi”. Soprattutto, ora “dobbiamo concentrarci sulla copertura dei bisogni materiali più importanti. E che le persone possano tornare alle loro case”.
Nel piccolo centro di Massanassa il parroco di San Pedro Apóstol don Miguel Alejandro Gómez, descrive la realtà che stanno vivendo come “caotica: siamo tutti sopraffatti”.
La notte della tragedia ha accolto a casa sua una coppia con una bambina di dieci giorni
che non aveva alcuna possibilità di tornare a casa. “La realtà è che ne risentono tutti, è un paese di case basse, è indescrivibile. L’acqua è entrata in chiesa e ora sto pulendo l’ufficio ma soprattutto sono preoccupato per le persone di cui non sappiamo nulla e per i vicini che non riescono a trovare i loro parenti. Anche la mancanza di comunicazione ha causato molta incertezza e per ora non siamo riusciti a organizzarci”.
Nella cittadina di Benétusser il parroco di Nostra Signora del Socorro don Jesús Cervera, sottolinea
i “gesti di solidarietà” che stanno emergendo tra la popolazione,
“che offre aiuto ed è particolarmente sensibile nei confronti degli anziani”. La Caritas ha portato tutto il cibo messo in salvo al punto di consegna organizzato dal Comune presso la scuola Blasco Ibáñez. Ha inoltre organizzato l’arrivo di un camion con bottiglie d’acqua per distribuirla alle persone. Nei prossimi giorni sarà organizzata anche la pulizia del tempietto parrocchiale. Per il momento è stata pulita la cappella dell’edificio parrocchiale delle scuole medie e superiori per celebrare la messa. Danni molto gravi hanno invece subito gli edifici della Scuola dell’Infanzia e dell’Educazione Primaria della scuola parrocchiale.