Dopo dieci mesi dell’anno, si è consumato in Colombia il massacro numero 60, secondo la triste contabilità tenuta dall’ong Indepaz (lo scorso anno furono, in tutto, 94). Nel villaggio di Tenjo, nel comune di Palmira (Valle del Cauca), tre persone sono state uccise nelle prime ore di domenica 27 ottobre, e una persona ferita gravemente, in quello che è diventato il 60° massacro in Colombia nel 2024, al ritmo di un massacro e mezzo a settimana. Palmira è diventato uno dei municipi più violenti del Paese, in quanto roccaforte dei dissidenti delle Farc; si trova a pochi chilometri da Cali, dove si sta svolgendo la Cop16 sulla biodiversità. Le vittime si trovavano in una casa dove sono state sorprese da tre individui armati che hanno aperto il fuoco su di loro.
Sulla vicenda interviene con una nota il vescovo di Palmira, mons. Rodrigo Gallego Trujillo, in cui si esprime il dolore della Chiesa per la perdita di queste persone, ci si unisce al grido di giustizia e pace che la comunità chiede per quanto accaduto, insieme alla condanna di “ogni forma di violenza che minaccia la dignità umana e il diritto di vivere in armonia”.
La diocesi di Palmira rivolge inoltre un appello urgente alla comunità e alle autorità affinché “promuovano percorsi di riconciliazione e giustizia che sradichino la violenza e costruiscano un futuro di pace in questa regione”. La Chiesa di Palmira rinnova il suo impegno a continuare a lavorare per la costruzione di una vera pace, “dove tutti possano vivere senza paura e con dignità (…) Speriamo sinceramente di poter continuare a lavorare per una società dove prevalgano la fraternità e il rispetto per la vita”.