Intelligenza artificiale, pace, Giubileo, Sinodo… Sono stati tanti i temi affrontati dall’ordinario militare in Italia, mons. Santo Marcianò, nella sua relazione introduttiva ieri sera al convegno nazionale dei cappellani militari, ad Assisi.
Riflettendo sull’Intelligenza artificiale, il presule ha osservato che la sua “applicazione può portare a un innegabile progresso, anche nel mondo militare, ma richiede una profonda riflessione antropologica e teologica, per la sua pervasività e capacità di incidere, nel bene e nel male, sulla vita delle persone e sulla storia, specie in un tempo spesso caratterizzato come ‘post modernità’, ‘post umanesimo’, ‘trans umanesimo’”. Per l’ordinario militare, “tra i rischi più inquietanti dell’Intelligenza artificiale, specie per noi pastori, va annoverata senza ombra di dubbio la pedofilia online, con gli efferati delitti da essa generati”.
Parlando “delle guerre che ci circondano e coinvolgono”, mons. Marcianò ha detto: “Il sostegno spirituale assicurato ai militari italiani si conferma un necessario apporto alla loro vita, alla loro serenità, all’equilibrio loro richiesto per portare avanti una missione di custodia e promozione della vita, di dialogo e di pace. Per tale motivo, quello dei cappellani è un servizio sempre più richiesto e apprezzato dagli stessi vertici militari, i quali non mancano di coglierne in profondità l’importanza. Ed è un servizio per il quale rendiamo grazie al Signore, consapevoli della vocazione di pace affidata a noi e a tutta la nostra Chiesa dell’Ordinariato militare, che per la pace lavora e prega”.
Ricordando che ci saranno delle celebrazioni giubilari previste per i militari, il presule ha evidenziato: “Il nostro impegno di presbiteri è anzitutto il servizio alla speranza come virtù teologale, dono dello Spirito: dobbiamo cioè ‘ravvivare’ la speranza in coloro che ci sono affidati e rendere i nostri militari consapevoli di quanto essi stessi siano strumenti e operatori di speranza, con il loro servizio alla fraternità e alle situazioni più nascoste di povertà e vulnerabilità.
Parlando del Sinodo, all’ordinario militare è sembrato “importante cogliere, come soffio dello Spirito, la spinta impressa dal Papa che ha voluto portare la comunità ecclesiale a considerare la ‘sinodalità’ non solo una necessità ma un’identità propria della Chiesa, con il duplice dinamismo: ‘camminare’, senza fissazioni in metodologie, strutture, ruoli; ‘insieme’, in comunione, riscoprendo l’ascolto concreto e l’appartenenza al popolo di Dio”.
Altri temi affrontati, i giovani, alcuni centenari che hanno condotto all’istituzione canonica dell’Ordinariato militare in l’Italia, avvenuta il 6 marzo 1925, gli Esercizi spirituali nella forma del pellegrinaggio, sulle orme dei grandi santi francesi, l’ordinazione di un nuovo sacerdote, Raimondo La Valle, giovedì prossimo.