Sinodo: documento finale, per ministero petrino serve “salutare decentralizzazione”

“La riflessione in merito all’esercizio del ministero petrino in chiave sinodale va condotta nella prospettiva della ‘salutare decentralizzazione’ sollecitata da Papa Francesco e richiesta da molte Conferenze Episcopali”. A ribadirlo è il n. 134 del documento finale, approvato con soli 18 voti contrari. Secondo la Praedicate Evangelium, si ricorda nel testo, tale decentralizzazione comporta “di lasciare alla competenza dei Pastori la facoltà di risolvere nell’esercizio del loro proprio compito di maestri e di pastori le questioni che conoscono bene e che non toccano l’unità di dottrina, di disciplina e di comunione della Chiesa”, Per procedere in questa direzione, la proposta del documento, “si potrebbe individuare attraverso uno studio teologico e canonico quali materie debbano essere riservate al Papa e quali possano essere restituite ai Vescovi nelle loro Chiese o raggruppamenti di Chiese. Anche l’elaborazione della normativa canonica da parte di chi ne ha il compito e l’autorità nella Chiesa, dovrebbe avere stile sinodale e maturare come frutto di un discernimento ecclesiale”. Tra i luoghi per praticare la sinodalità e la collegialità a livello della Chiesa tutta spicca il Sinodo dei Vescovi, che conservando la sua natura episcopale “ha visto e potrà vedere anche in futuro nella partecipazione di altri membri del popolo di Dio”, in modo che “si realizzi concretamente l’articolazione tra il coinvolgimento di tutti (il santo popolo di Dio), il ministero di alcuni (il Collegio dei vescovi) e la presidenza di uno (il successore di Pietro)”.

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