Appelli alla moderazione, nuove minacce, richiami politici e diplomatici, timori per una estensione regionale del conflitto. Dopo l’attacco aereo israeliano sull’Iran, con l’operazione “Giorni del pentimento”, da Teheran per ora non si registra una risposta armata. Ma la tensione in Medio Oriente sta crescendo. L’Iran ha ”il dovere e il diritto di difendersi dalle aggressioni esterne”: sottolinea una voce governativa. Da Egitto e Qatar, mediatori tra Israele e Hamas, giunge una condanna per l’attacco israeliano all’Iran, condanna estesa “a tutte le azioni che minacciano la sicurezza e la stabilità della regione”. Preoccupazione viene espressa dalle autorità della Giordania, mentre i Paesi arabi condannano l’attacco israeliano di questa notte mentre insistono affinché si evitino iniziative in grado di innescare una ulteriore escalation.
Voci sparse dall’Europa: le più autorevoli giungono da Parigi e Berlino. Invito alla moderazione giunge dal governo francese affinché si ”eviti qualsiasi escalation o azione che possa aggravare il contesto di estrema tensione”. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz si rivolge direttamente a Teheran: “Il mio messaggio all’Iran è chiaro: l’escalation non deve continuare. Questa reazione deve finire adesso. Solo allora si aprirà la possibilità di uno sviluppo pacifico in Medio Oriente”.
Per converso l’opposizione israeliana accusa il governo di atteggiamento troppo morbido verso l’Iran: “La decisione di non attaccare obiettivi strategici ed economici in Iran è sbagliata. Avremmo potuto e dovuto esigere un prezzo molto più alto da Teheran”.
Paradossalmente appelli alla moderazione arrivano da Russia e Turchia, due degli Stati più pericolosi per la stabilità internazionale e per la pace.
L’Iraq dal canto suo denuncia “il silenzio della comunità internazionale” sulle azioni belliche israeliane, che ora riguardano tre fronti: Hamas, Hezbollah e Iran.