Ancora in crescita i casi di lebbra nel mondo nonostante l’obiettivo prefissato dall’Assemblea mondiale della sanità di raggiungere entro il 2030 il traguardo “zero lebbra”. Nel corso del 2023 “sono stati registrati in totale 182.815 casi globali di lebbra con un aumento del 5% rispetto all’anno precedente”. Questi sono solo alcuni dati emersi dall’ultimo rapporto annuale sull’andamento della lebbra nel mondo pubblicato dall’Organizzazione mondiale della sanità, che preoccupano l’Aifo-Associazione italiana Amici di Raoul Follereau Ets, che si occupa di inclusione e cura da 60 anni e in particolare attraverso progetti concreti di lotta contra la lebbra e delle ingiustizie che ne derivano. A novembre si svolgerà a Bologna l’Assemblea nazionale dell’Ilep, la Federazione internazionale delle Associazioni contro la lebbra di cui Aifo è confondatrice che sarà un importante evento nel nostro paese per raccogliere le diverse esperienze nel mondo di tutte le organizzazioni estere che si occupano di lotta alla lebbra e per parlare di un nuovo medicinale sperimentale ideato per evitare che quello ad oggi utilizzato non sia più efficace. Oggi la lebbra si trova nella lista delle Malattie tropicali neglette dell’Oms ed è ancora un problema sanitario importante in vari Paesi dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina, dove persistono condizioni socioeconomiche precarie che favoriscono la trasmissione della malattia. Tuttavia, le Mtn devono essere di interesse di tutti i Paesi, poiché come dimostrato dalla pandemia Covid, ma come stanno dimostrando anche i casi di Dengue arrivati in Europa e Italia, in un mondo globalizzato anche le malattie stanno diventando globali. Proprio per tale ragione dal 25 al 27 ottobre Aifo organizza insieme all’Asl di Napoli un corso per medici per la diagnosi della lebbra nell’ambito di un progetto sulle malattie rare presso il presidio ospedaliero dei Pellegrini Asl Napoli 1 Centro. Aifo porterà la sua esperienza per la diagnosi della malattia che presenta spesso una sfida diagnostica difficile, andando in diagnosi differenziale con diverse malattie dermatologiche, neurologiche o internistiche.
Analizzando il rapporto Oms, osserva l’Aifo, anche per il 2023 si conferma la concentrazione delle persone diagnosticate soprattutto in tre Paesi: India (107.851 persone), Brasile (22.773 persone) e Indonesia (14.376 persone). La somma è pari al 79,3% del totale dei casi diagnosticati nel mondo. Altri Paesi con un numero significativo di persone diagnosticate (superiore a 1.000) sono: Bangladesh, Etiopia, Filippine, Madagascar, Myanmar, Mozambico, Nepal, Nigeria, Repubblica Democratica del Congo, Somalia, Sri Lanka, Tanzania.
Nonostante la percentuale di minori diagnosticati sia diminuita progressivamente negli ultimi anni, il numero assoluto è ancora alto e in aumento e dimostra come la trasmissione della malattia sia ancora attiva e precoce. Nel 2023, “tra i nuovi casi 10.322 sono stati bambini/e (minori di 15 anni), ovvero il 5,7% del totale. Il 39,9% dei casi globali si riscontrano invece tra le donne”.