Papa Francesco: “avere compassione di questa terra ferita”, no a guerre, consumismo, uso anti-umano della tecnologia

“Prendere sul serio il cuore ha conseguenze sociali”. Ne è convinto il Papa, che nella sua quarta enciclica, “Dilexit nos”; cita il Concilio: “ciascuno di noi deve adoperarsi per mutare il suo cuore, aprendo gli occhi sul mondo intero e su tutte quelle cose che gli uomini possono compiere insieme per condurre l’umanità verso un migliore destino”, perché “gli squilibri di cui soffre il mondo contemporaneo si collegano con quel più profondo squilibrio che è radicato nel cuore dell’uomo”. “Di fronte ai drammi del mondo, il Concilio invita a tornare al cuore, spiegando che l’essere umano nella sua interiorità, trascende l’universo delle cose”, commenta Francesco: “per vivere secondo questa dignità non basta conoscere il Vangelo né fare meccanicamente ciò che esso ci comanda. Abbiamo bisogno dell’aiuto dell’amore divino. Andiamo al Cuore di Cristo, il centro del suo essere, che è una fornace ardente di amore divino e umano ed è la massima pienezza che possa raggiungere l’essere umano. È lì, in quel Cuore, che riconosciamo finalmente noi stessi e impariamo ad amare”. “Davanti al Cuore di Cristo, chiedo al Signore di avere ancora una volta compassione di questa terra ferita, che Lui ha voluto abitare come uno di noi”, la preghiera del Papa: “Che riversi i tesori della sua luce e del suo amore, affinché il nostro mondo, che sopravvive tra le guerre, gli squilibri socioeconomici, il consumismo e l’uso anti-umano della tecnologia, possa recuperare ciò che è più importante e necessario: il cuore umano”.

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