“Servono nuovo risposte sul ruolo della donna nella Chiesa”. Ne è convinto mons. Franz-Josef Overbeck, vescovo di Essen, ordinario militare per la Repubblica Federale di Germania, che durante il briefing odierno sul Sinodo sulla sinodalità, in corso in Vaticano fino al 27 ottobre, ha affermato: “Se non si cambia, fra qualche tempo non ci saranno più preti nelle parrocchie”. In tempi di post-secolarismo, per Overbeck, “c’è una tensione tra le strutture esistenti e una nuova spiritualità. La sinodalità è la strada che da anni in Germania stiamo vivendo: le nostre strutture sono tutte sinodali”. Entrando maggiormente nel dettaglio delle esperienze pastorali in atto in un Paese che conta 84 milioni di abitanti, “la metà dei quali senza fede o religione” e l’altra metà equamente divisa tra cattolici e protestanti, Overbeck ha resto noto che “da noi le donne sono anche predicatrici, quando ci sono persone che non capiscono bene la lingua o in presenza di una carenza di preti”. “Il tema del ruolo della donna è molto importante nel cammino interno alla Chiesa”, ha confermato il card. Fridolin Ambongo Besungu, presidente del Secam: “Abbiamo avviato il cammino sinodale, ma ci vuole del tempo”, ha aggiunto. Interpellato dai giornalisti su una possibile ordinazione diaconale delle donne, il porporato ha ricordato che “il diaconato è esistito all’interno della Chiesa, non è una novità assoluta. La Chiesa in Africa, e io personalmente, non ci opponiamo alla possibilità di studiare ancora questa questione. L’importante però è tenere presente che il diaconato all’inizio della Chiesa era un servizio alla comunità, e quindi in quanto tale aperto anche alle donne, ma non una tappa verso il sacerdozio, quale è considerato oggi”. Dell’esperienza delle comunità di base e del ruolo fondamentale dei catechisti ha parlato mons. Andrew Nkea Fuanya, arcivescovo di Bamenda (Camerun), membro del Consiglio Ordinario e membro della Commissione per l’Informazione del Sinodo. “Per noi significa respingere l’individualismo”, ha spiegato: “In africa c’è un boom del cattolicesimo, le nostre chiese sono piene, e l’unico modo per far sì che siano piene anche in futuro è la sinodalità”. Sull’importanza, per una Chiesa sinodale, di percorrere la strada del dialogo si è soffermato il reverendo Clarence Sandanaraj Davedassan, testimone del processo sinodale: “In Asia, dove noi cristiani siamo una minoranza – ha detto – il dialogo non è un’opzione, ma una questione di sopravvivenza per poter vivere con gli altri. Non è una novità, ma una necessità”.