“Per abbassare la recidiva bisogna cambiare l’idea del carcere”. È l’appello di don Paolo Ferrini, prete della diocesi di Volterra, nuovo delegato regionale toscano dei cappellani nelle carceri. In un’intervista a Toscana Oggi, nel numero del settimanale in uscita in questi giorni, don Paolo parla della situazione difficile delle carceri toscane: “È un percorso di degrado lungo, purtroppo. Ci si è arrivati organizzando il carcere come un luogo di espiazione della pena e non come un luogo di recupero per voltare pagina. Quindi ci sono situazioni di degrado. Ricordiamoci che i detenuti, quasi tutti, devono uscire dal carcere e, perciò, devono avere la possibilità di recuperare”. Nelle carceri toscane, afferma, “c’è carenza di personale, ma soprattutto di personale che abbia anche il ruolo di impostare programmi di recupero. Statisticamente, la recidiva si abbassa molto quando vengono applicate misure alternative alla detenzione”. “Nella mia esperienza personale – conclude don Ferrini – , ma anche dal punto di vista degli educatori e degli psicologi, serve moltiplicare nelle carceri queste possibilità: dallo studio al lavoro interno, fino a progetti e laboratori”.