Sinodo: donata alla Segreteria generale un’opera su Giovanni XXIII. Card. Grech, “non saremmo qui se non ci fosse stato il Concilio Vaticano II”

(Foto Lumsa)

“Noi non saremmo qui se non ci fosse stato Papa san Giovanni XXIII con l’ispirazione e l’ubbidienza allo Spirito e il Concilio Vaticano II, da cui appunto poi Paolo VI ha tratto il cammino per avviare il Sinodo dei vescovi. Oggi lavoriamo sul Sinodo, sulla sinodalità, per capire meglio la volontà di Dio e ciò che lo spirito oggi chiede alla Chiesa”. Lo ha affermato il card. Mario Grech, segretario generale del Sinodo, riferendosi all’attuale cammino avviato da Papa Francesco.
In un comunicato diffuso oggi dalla Segreteria generale del Sinodo in accordo con la Cattedra di Morale del prof. Giovanni Emidio Palaia della Lumsa, viene data notizia che nelle scorse settimane è stata donata alla Segreteria generale del Sinodo un’opera su Papa Giovanni perché venisse esposta all’interno degli uffici che oggi svolgono il servizio del Sinodo dei vescovi. L’iniziativa è stata promossa dallo stesso Palaia in collaborazione con la Fondazione Papa Giovanni di Bergamo. A ricevere l’opera il card. Grech e mons. Luis Marín de San Martín, sottosegretario del Sinodo dei vescovi, che ha dedicato diversi lavori a Papa Giovanni.
Nell’opera, il volto del “Papa Buono” è sorridente: “Un sorriso pieno di gioia e pace – viene osservato – tipico di chi si affida alla volontà di Dio e si lascia guidare dalla provvidenza”. “Il Papa – viene spiegato – porta la croce tipica dei vescovi e, fra le mani, un libro che richiama i due grandi amori di san Giovanni XXIII: la liturgia, rappresentata dal messale e dalla liturgia delle ore che egli pregava con grande fedeltà e all’interno della quale trovava incoraggiamento per vivere la sua giornata e servire la Chiesa così come il Signore gli chiedeva di momento in momento. Il richiamo è anche alla Sacra Scrittura che Angelo Giuseppe Roncalli invitava a leggere, così come fece da Patriarca di Venezia, esortando la diocesi a riscoprire il Testo Sacro come prima fonte spirituale fra tanti libri in cui si rischiava di perdere la priorità della rivelazione biblica”.

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