Migranti: mons. Baturi (Cei), su centri in Albania “stiamo elaborando posizioni”. Sì a cittadinanza “a partire dalla scuola”

(Foto Siciliani - Gennari/SIR)

Sull’apertura operativa dei centri di permanenza e rimpatrio per migranti, trasportati in questi giorni in Albania in seguito agli accordi con l’Italia, “si stanno elaborando delle posizioni, delle dichiarazioni. Vorremmo vedere meglio”. Questo il commento di mons. Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Cei, a margine della presentazione oggi a Roma del XXXII Rapporto Immigrazione Caritas e Migrantes alla Pontificia Università Urbaniana. Mons. Baturi si è soffermato poi sul tema della riforma della legge sulla cittadinanza, che riguarda 900.000 alunni stranieri nelle scuole italiane: “La Chiesa italiana chiede da tempo una integrazione che passi anche attraverso la cittadinanza e i percorsi culturali educativi e pedagogici – ha precisato ai giornalisti -. Essere cittadini in termini di responsabilità verso la comunità nazionale e, in termini di diritti, collegato ad un percorso di acquisizione della cultura, dell’integrazione, dei rapporti con gli altri studenti ci sembra sarebbe utile, quindi siamo favorevoli”. Durante il suo intervento in sala ha sottolineato che “la vera integrazione attraverso la cultura realizza un vero incontro, perché ciascuno è portatore di un nuovo patrimonio che può creare qualcosa di buono per tutti”. “La Cei da tanti anni comincia ad augurarsi percorsi di cittadinanza a partire dai percorsi di educazione scolastica”, ha ribadito, puntualizzando che “l’inclusione non può essere assimilazione ma promozione, per fare in modo che questi ragazzi abbiano gli stessi diritti e doveri dei loro compagni di classe”.
Mons. Baturi ha anche fatto riferimento alla “potenza devastatrice della guerra che sta infiammando il Mediterraneo e vuole ridurre tutto a logiche di potere”. A suo avviso “pensare alla pace significa pensare all’educazione dei giovani”.

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