Separazione vista dai bambini. Cavatorta: “Riattivare il dialogo, curare il legame”

La paura di perdere le relazioni più importanti, la fatica per adattarsi ai cambiamenti, ma anche cosa aiuta a stare meglio, a mantenere o ritrovare fiducia e serenità. Sono le emozioni che vivono molti figli quando i genitori si separano, i dubbi e le domande che si fanno. Nel Consultorio familiare dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma i Gruppi di parola sostengono i bambini in questo momento di difficoltà. Il direttore del Consultorio ci parla di questa esperienza e del libro che raccoglie una selezione di disegni e parole tratti da essa

La loro paura di perdere le relazioni più importanti, la fatica per adattarsi ai cambiamenti, ma anche cosa aiuta a stare meglio, a mantenere o ritrovare fiducia e serenità. Sono le emozioni che vivono molti bambini quando i genitori si separano, i dubbi e le domande che si fanno. Uno specchio di quanto i più piccoli si trovano ad affrontare di fronte a nuove realtà familiari si trova in disegni e parole, raccolti in oltre dieci anni di Gruppi di parola del Consultorio familiare dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e ora pubblicati nel libro “Perché proprio a me? La separazione vista da bambini”. Paola Cavatorta, psichiatra, psicoterapeuta e direttore del Consultorio familiare, che ha avuto l’idea del libro promosso e finanziato dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, ci racconta come vivono i bambini quando i genitori si separano.

(Foto Paola Cavatorta)

Dottoressa, come nasce il libro?

Il libro è una raccolta di disegni e di frasi di bambini tra i 6 e i 12 anni che hanno partecipato ai Gruppi di parola organizzati dal Consultorio familiare dal 2010 ad oggi. È una selezione di questi materiali accompagnati da commenti dell’équipe consultoriale che illustra il percorso emotivo dei bambini rispetto alla separazione. Da un archivio di oltre mille tra disegni e altri prodotti grafici, sono state selezionate le tematiche più ricorrenti tra i bambini che hanno partecipato al Gruppo di parola, un intervento breve rivolto ai figli di genitori separati che permette di mettere “parola” su quest’esperienza, con l’obiettivo di riattivare il dialogo su questa tema così difficile e spesso doloroso della separazione, quindi diventa una forma di cura del legame. L’esperienza per i bambini spesso è più dolorosa di quello che gli adulti immaginano e diventa importante per loro poter parlare con dei pari, con la guida di conduttori esperti, che facilitano l’espressione delle emozioni, dei pensieri, dei sentimenti, delle paure ma anche delle risorse che ci sono per affrontare con maggiore serenità la trasformazione della famiglia con la separazione.

(Foto Agia)

Come nasce la collaborazione con l’Agia?

L’Autorità garante ha sostenuto già dal 2017 – siamo al terzo progetto con l’Autorità garante – i Gruppi di parola e ne ha promosso la diffusione sul territorio nazionale, perché ha riconosciuto, anche attraverso ricerche ed esperienze, sia la possibilità che siano inseriti nei servizi per la famiglia sia la possibilità che la rete dei servizi che offrono i Gruppi di parola siano in contatto. Per esempio, un progetto in passato ha riguardato la mappatura dei centri che in Italia offrono i Gruppi di parola. Nell’ambito di questo lavoro di attenzione ai bisogni affettivi dei bambini è nata l’idea di questo libro per portare a una maggiore conoscenza dei genitori e di tutti i professionisti che entrano in contatto con le famiglie separate qual è il punto di vista dei bambini. I Gruppi di parola si occupano anche di ragazzi, ma in questo caso sono stati selezionati disegni e parole della fascia di età 6-12 anni.

Cos’è il Gruppo di parola?

È un piccolo gruppo di 6-8 bambini che s’incontra quattro volte a cadenza settimanale. Prima del Gruppo di parola c’è la conoscenza con i genitori separati, ai quali viene presentata questa esperienza e i genitori devono autorizzare entrambi la partecipazione del loro figlio. I bambini lavorano in un clima di riservatezza, di confidenzialità tra di loro e con i conduttori. A metà del quarto incontro entrano i genitori: questo è un momento importante di dialogo, perché i bambini negli incontri precedenti preparano una lettera per comunicare ai genitori quali sono i loro vissuti, le loro emozioni, le loro paure, le loro speranze, rispetto alla separazione dei genitori. I genitori ascoltano questa lettera del Gruppo e rispondono ai bambini. L’obiettivo è proprio quello di riattivare il dialogo e di cura del legame tra genitori e figli, che molto spesso viene scosso dalla separazione. A distanza di un mese dalla fine del Gruppo di parola i conduttori incontrano padre, madre e figlio per parlare dell’esperienza del Gruppo, favorendo ulteriormente il dialogo tra genitori e figli. Quello che si osserva è che nel passaggio di cambiamento separativo molto spesso i bambini ammutoliscono, rimangono un po’ sullo sfondo, si finisce con il non parlare.Il Gruppo inizia con i bambini che raccontano come hanno saputo della separazione, che cosa è stata per loro la separazione, come si sono sentiti. Il percorso prosegue a tappe nella possibilità di dirsi tra loro quali sono gli stati d’animo e come li affrontano, con quali risorse, dove trovano aiuto, quali sono i cambiamenti difficili e quali hanno vissuto in modo positivo. C’è un’ampia gamma di esperienze e di emozioni.

(Foto Agia)

Come vivono i figli di solito la separazione?

La maggior parte dei bambini vive la separazione dei genitori come un evento che genera una grande insicurezza: può generare spavento, non sanno più cosa sarà il futuro perché si è rotto il legame tra mamma e papà, che pensavano immodificabile. Se si rompe quel legame la maggior parte dei bambini tende a pensare: cos’altro accadrà? Si sviluppano incertezza, timore e attesa di sapere come vanno le cose. Spesso per i bambini la separazione è anche una rottura dei legami tra i fratelli oppure tra la generazione degli adulti e quella dei fratelli. Un altro aspetto di cui i bambini parlano molto è di come si sono sentiti. Le emozioni prevalenti sono quelli della tristezza, soprattutto nella fase iniziale, della paura, della rabbia, del senso di colpa e di confusione. Queste sono le emozioni principali e che nel libro illustriamo con disegni e con frasi. Per alcuni bambini c’è anche un senso di sollievo perché i litigi finiscono. Oppure registrano che i genitori, talvolta tutti e due, talvolta uno solo, sta meglio, torna ad avere il sorriso.

Il tempo aiuta a migliorare la situazione?

Non sempre. Un capitolo del libro è dedicato alla permanenza della situazione di conflitto e di scontro. I bambini rilevano con profondo dispiacere che i genitori non si mettono più d’accordo su niente, che discutono per tutto, che alzano la voce al telefono. Questo li porta a sentirsi proprio tagliati a metà. Nel libro lo descriviamo nei disegni che sono molto potenti. I bambini parlano dei cambiamenti alcuni graditi, altri meno, parlano della fatica di spostarsi tra le case, ma anche del piacere di avere doppi regali e doppie feste, anche di vedere da un lato l’adattamento e dall’altro la capacità di rigenerarsi dei genitori, che magari formano dei nuovi legami e nuove famiglie con cui i bambini scoprono di potersi trovare bene. Fondamentale è scoprire che l’amore del genitore non cambia: quello è il legame che va recuperato, la fiducia che deve essere rigenerata, rifondata.

(Foto Agia)

Su quali risorse possono contare i figli per affrontare la “tempesta”?

Le risorse non sono solo i legami con i genitori, ma anche quelli con gli altri parenti, i compagni, gli amici, i luoghi che frequentano, gli animali domestici. Inoltre, i bambini raccontano anche delle attività che svolgono e che li aiutano a confortarsi come sentire i fratelli, cantare, disegnare, giocare a pallone, andare in bicicletta, stringersi a un pupazzo, accarezza il gatto o giocare con il cane. Il libro si conclude con un esempio di una lettera, dei messaggi che i bambini mandano: sono molto toccanti, delle tante lettere di cui disponiamo, abbiamo realizzato un collage di frasi, le più rappresentative possibili. Viene fuori un messaggio di speranza e dell’importanza di mettere parola su queste esperienze perché troppe volte i bambini sentono che non c’è spazio per poter dire come si sentono, perché i genitori sono molto ingombrati da questo evento della separazione. Quindi mettere parola, riattivare il dialogo e tornare a sentire la sicurezza del legame. Nel Gruppo di parola ci sono dei bambini che hanno vissuto questa esperienza, ne parlano ed è rassicurante anche per gli altri. Ci colpisce sempre quando in un Gruppo di parola c’è un bambino che può raccontare un’esperienza che ha avuto un’evoluzione positiva.

“Il brutto tempo è passato, non c’è più la tempesta”,

dice una bambina di cui riportiamo le parole nel libro con il disegno di un arcobaleno. Ci sono dei bambini che vivono in una situazione migliorata rispetto all’inizio e che dicono ad altri: “Anche per voi andrà meglio, speriamo che anche i vostri genitori smettano di litigare, riusciranno a collaborare”, cosa che fa sentire il bambino più al sicuro in una rete di affetto garantito.

(Foto Agia)

Dove si può trovare il libro?

Il libro sarà messo on line per contribuire a far immaginare come la separazione sia un momento complesso, difficile, che può essere affrontata nel rispetto dei tempi e dei sentimenti dei bambini, traghettando in una nuova realtà familiare. Questo è il messaggio che il libro vuol dare. Noi in Consultorio abbiamo molto a cuore la cura del legame tra un bambino e i suoi genitori. L’incontro finale del Gruppo di parola fornisce un feedback del percorso perché il nostro obiettivo è favorire la ripresa del dialogo perché è il luogo naturale dove il bambino può anche attingere tutte le sue risorse e dove i genitori possono ricevere un’ulteriore motivazione a organizzare il rapporto con il bambino in maniera rispondente ai suoi bisogni. Talvolta, ci sono dei genitori che si accorgono di avere delle criticità e quindi da lì nasce una motivazione per chiedere degli interventi presso il nostro servizio o altrove, quelle forme di accompagnamento e di sostegno alla genitorialità. Il Gruppo di parola è un intervento molto breve ma questa è la potenza di un’esperienza molto centrata sulla condivisione di quello che si vive e sul potenziamento delle risorse.

Il dialogo è un balsamo preziosissimo, è importante permettere che si riesca a dialogare su argomenti che spesso diventano come tabu.

Molte volte c’è l’idea negli adulti che se i bambini non ne parlano, se non si accenna a quel momento difficile, se il bambino apparentemente non fa domande, meglio così, dimenticherà. Invece non è quello che accade: i bambini ricordano, conservano la memoria, possono rappresentare la separazione come un temporale, come uno strappo, che è il disegno che abbiamo scelto per la copertina, come un fossato che diventa quasi una voragine con i genitori ai due lati, oppure come un foglio che viene ritagliato e i genitori come in un collage vengono riposizionati agli angoli opposti del foglio.

Per costruire dei ponti, delle connessioni serve la parola.

Per questo il Gruppo di parola diventa uno strumento che sostiene.

(Foto Agia)

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