Diocesi: Milano, Rapporto Caritas sulle povertà. Famiglie con minori e lavoratori sempre più poveri

Una tra le tendenze più chiare colte dal Rapporto 2023 sulle povertà, curato da Caritas Ambrosiana, conferma la rilevanza del fenomeno del “lavoro povero”. “Ai centri d’ascolto e ai servizi Caritas continuano a crescere le richieste di aiuto dettate da insufficienza di reddito, mentre si riducono i casi con problemi di lavoro”. Se l’incidenza percentuale dei working poor appare stabilizzarsi, “l’evidenza è che in media si tratti di soggetti sempre più intensamente poveri, cioè sempre più lontani dalla disponibilità di risorse economiche sufficienti a garantire una dignitosa qualità di vita: tra gli occupati, denunciano infatti problemi di reddito ben l’80,9% (erano il 77,5% nel 2022)”.
Il Rapporto conferma poi che le famiglie con figli minori hanno una maggior probabilità di cadere in povertà. Anche quelle non numerose. Quanto alle situazioni riguardanti i migranti, “il fatto che la loro presenza nei centri d’ascolto torni a essere più accentuata è testimonianza del fatto che chi dispone di minori reti sociali, minori capacità di orientarsi nel labirinto delle burocrazie, minori diritti riconosciuti dalle leggi e, in generale, di minori opportunità, tende a rimanere più stabilmente impaludato nello stagno della povertà e dell’esclusione sociale”.
Non da ultimo, un dato eminentemente “ambrosiano” riguarda la “forte impennata degli accessi ai centri d’ascolto da parte di membri di specifiche nazionalità, in particolar modo i peruviani: a far da detonatore, in questo caso, sono le contraddizioni del sistema di norme che regolano il diritto d’asilo e in generale gli ingressi in Italia. Norme che, mantenendo rigidi e ristretti i canali d’accesso legittimi, finiscono per espandere l’area dell’irregolarità giuridica e della precarietà sociale ed esistenziale”. Infine, alcuni dati sembrano evidenziare che l’acquisizione della cittadinanza italiana “non è di per sé decisiva nell’affrancare da una ‘carriera’ di povertà: chi era in situazione di disagio prima di divenire cittadino italiano, rischia con forte probabilità di rimanervi impigliato anche dopo”.

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