Immigrazione. Caritas/Migrantes: “Sono 5.308.000 gli stranieri in Italia (+3,2%)”

Gli stranieri residenti in Italia al 1° gennaio 2024 rappresentano il 9% della popolazione. La maggioranza (58,6%) vive al Nord, il 24,5% al Centro, il 16,9% nel Mezzogiorno. E sono più di 200.000 i cittadini stranieri che nel 2023 hanno acquisito la cittadinanza italiana, un dato in leggero calo rispetto all’anno precedente (214.000). Gli alunni stranieri sono l’11% della popolazione scolastica ed è boom di studenti universitari: +74% in 10 anni.  Gli stranieri sono nettamente più giovani degli italiani: la classe di età prevalente è quella degli under 17 (20,6%). Ecco alcuni dati della XXXII edizione del Rapporto Immigrazione Caritas e Migrantes 2024, presentato oggi alla Pontificia Università Urbaniana

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

Sono 5.308.000 gli stranieri residenti in Italia al 1° gennaio 2024, in aumento del 3,2% (+166.000 presenze). Oggi rappresentano il 9% della popolazione italiana. La maggioranza (58,6%) vive al Nord, il 24,5% al Centro, il 16,9% nel Mezzogiorno. E sono più di 200mila i cittadini stranieri che nel 2023 hanno acquisito la cittadinanza italiana, un dato in leggero calo rispetto all’anno precedente (214mila). Gli stranieri sono nettamente più giovani degli italiani: la classe di età prevalente è quella degli under 17 (20,6%). Nel mondo i migranti internazionali sono triplicati dal 1970 ad oggi, raggiungendo la cifra di 281 milioni (il 3,6% della popolazione mondiale), in progressivo aumento. Sono alcuni dei principali dati contenuti nella XXXII edizione del Rapporto Immigrazione Caritas e Migrantes 2024, presentato oggi a Roma.

Meno ucraini, più peruviani. Nel 2023 c’è stata una progressiva diminuzione degli arrivi e della presenza di cittadini ucraini nel nostro Paese, mentre sono aumentati nel 2024 quelli di cittadini dall’America Latina, peruviani in particolare. La totalità dei permessi di soggiorno validi fino ai primi 3 mesi del 2024 è di 4.244.521, in leggero aumento dal 2023 (+0,4%). Tra le prime dieci nazionalità il primato spetta ancora al Marocco, seguito da Albania e Ucraina.

Criminalità e discriminazioni. Al 31 dicembre 2023 i detenuti stranieri erano 18.894 su un totale di 60.166, pari al 31,4% della popolazione carceraria. Di questi, 18.193 erano uomini e 701 donne. Le prime cinque nazioni più rappresentate nei penitenziari sono il Marocco (il 20%), la Romania (l’11%), l’Albania (il 10%), la Tunisia (il 10%) e la Nigeria (il 6%). Parla straniero quasi la metà delle detenute madri con figli al seguito (11 mamme migranti con 11 figli su 20 donne detenute e altrettanti bambini al seguito). Agli immigrati, al pari degli italiani, sono contestati soprattutto reati contro il patrimonio (9.635 detenuti stranieri), reati contro la persona (8.130) e reati in materia di stupefacenti (5.988). I cittadini stranieri risultano però vittime di violenze e frodi più dei cittadini italiani, a cui si aggiungono molteplici forme di discriminazione, talvolta istituzionalizzate. Tra i giovani stranieri il 49,5% dichiara di aver subìto almeno un episodio offensivo, non rispettoso e/o violento da parte di altri ragazzi nell’ultimo mese, contro il 42,4% dei coetanei italiani.

Scuola e formazione: sono l’11% della popolazione scolastica. Il numero degli alunni con cittadinanza non italiana si avvicina ai 900.000, quasi l’11% della popolazione scolastica. Gli studenti nati e cresciuti in Italia sono il 67,5% del totale degli alunni con cittadinanza non italiana, in progressivo aumento. Tra le principali difficoltà vi sono la ridotta frequenza della scuola dell’infanzia da parte di asiatici e africani; il ritardo scolastico; l’abbandono scolastico. Aumentano anche i disturbi dell’apprendimento certificati e medicalizzati ma – rileva il rapporto – spesso “difficoltà normali di apprendimento linguistico o difficoltà di orientamento da parte di chi è un nuovo arrivato da famiglie e tradizioni diverse, vengono etichettate con diagnosi ‘scientifiche’”.

È boom di studenti universitari: +74% in 10 anni. Sono invece 121.165 gli studenti con cittadinanza straniera iscritti negli atenei italiani, il 6,3% del totale degli universitari in Italia, categoria che negli ultimi 10 anni è cresciuta del +74%, dai 69.582 iscritti nell’anno 2013/2014. I “foreign student” provengono in prevalenza da Romania (10.302), Albania (5.053), Cina (2.406), Ucraina (1.957) e Marocco (1.924). Gli “international student” per lo più da Iran (9.837), Cina (5.687), Turchia (4.939), India (4.066) e Albania (2.971)

Lavoro, povertà ed economia. Nonostante nel 2023 ci sia stata una crescita complessiva dell’occupazione in Italia vi sono ancora differenze significative tra italiani e stranieri, disparità di genere e di nazionalità. La crescita ha riguardato prevalentemente gli occupati italiani (+2,3%), a fronte di un leggero aumento della componente non comunitaria (+0,2%) e di un lieve calo degli stranieri con cittadinanza Ue (-0,5%). I rapporti di lavoro attivati dai cittadini stranieri sono 2.518.047, di cui il 75,9% di nazionalità non-Ue (1.910.624). I datori di lavoro che, nel corso del 2023, hanno assunto almeno un lavoratore straniero sono stati 414.409 (35,1% del totale). Il 70,8% dei contratti sono stati a tempo determinato. Si tratta in maggioranza di “personale non qualificato”, soprattutto in agricoltura e manutenzione del verde (22,2% del totale), servizi di pulizia, costruzioni e professioni assimilate, spostamento e consegna merci. Continua a prevalere l’inquadramento come operaio (73,9% degli occupati) rispetto a quello come impiegato (11,1%), quadro (0,9%) o dirigente (0,2%). La quota di lavoratori stranieri sulle assunzioni totali è salita dal 13,6% del 2019 al 19,2% del 2023. I giovani migranti mostrano un tasso di occupazione superiore di quasi 10 punti percentuali rispetto ai loro pari italiani.

Aumentano gli imprenditori stranieri ma anche gli infortuni sul lavoro. La partecipazione degli stranieri alle attività autonome e imprenditoriali è sempre dinamica. Nel 2023 le imprese individuali erano 392.489 (+2mila unità, +0,5%). Rappresentano il 13% delle imprese. Nel 2022 sono stati però 703.569 gli infortuni sul lavoro, con un balzo del +24,6% dal 2021. Gli infortuni denunciati dai cittadini stranieri sono il 17,5% del totale.

Povertà: il 57% degli utenti Caritas sono stranieri. Secondo i dati provenienti da 144 diocesi le persone che nel 2023 si sono rivolte a 744 Centri di ascolto o servizi Caritas sono state 269.689. Il 57% sono di cittadinanza straniera, un dato in continua crescita. Nel 2023 le persone di origine straniera aiutate sono state 146.415, soprattutto da Marocco (17,1%), Ucraina (9,1%), Romania (7,3%), Perù (6,5%), Nigeria (6,4%). Le persone straniere senza dimora sono 24.146 (23,8% del totale degli stranieri).

Salute e sanità. Nel 2022, su 7.002.779 dimissioni per acuti registrate, 458.890 riguardavano cittadini non italiani (il 6,6%). Il report denuncia: “La fruibilità dei servizi e delle cure mediche non è facilmente accessibile a tutti coloro che risiedono più o meno stabilmente nel territorio nazionale” soprattutto a causa “della normativa vigente in materia, ulteriormente complicata dalle recenti modifiche introdotte all’iscrizione al Servizio sanitario nazionale per gli stranieri extracomunitari”.

Appartenenza religiosa: cristiani al 53%. All’inizio del 2024 i cristiani tornano ad incidere sul totale della popolazione straniera iscritta nelle anagrafi dei comuni italiani per il 53% del totale, di cui il 29,1% sono ortodossi e cattolici il 17%. I musulmani rappresentano il 29,8% (1 milione 582mila). I buddisti (177mila) incidono per il 3,3%, gli induisti (112mila) per il 2,1%, i sikh (90mila) per l’1,7%, atei e agnostici (512mila) sono al 9,7%.

Il successo dei musicisti rap di nuova generazione. A livello culturale il fenomeno più interessante è il successo di cantanti e musicisti di seconda, terza o quarta generazione, soprattutto nel rap, “la via per esprimere al meglio le proprie speranze e i propri sogni, ma anche la propria rabbia e frustrazione”.

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