Libano: Acli, dopo attacchi a Unifil “urgente fermare l’escalation e rilanciare il dialogo per la pace”

“Le Acli esprimono forte preoccupazione e condannano gli attacchi dell’esercito israeliano contro le forze di pace Unifil nel sud del Libano, che hanno provocato il ferimento di due caschi blu. Questi atti, avvenuti nella zona di Naqoura, mettono in pericolo la vita di operatori impegnati a mantenere la stabilità in una regione già profondamente segnata dalle tensioni tra Israele e Hezbollah e rappresentano una grave violazione del diritto internazionale”. È quanto si legge in una nota delle Acli che “si uniscono all’appello della comunità internazionale per una cessazione immediata delle ostilità e per il rispetto del mandato di pace dell’Onu”.
“Chiediamo con fermezza che si ponga fine a questa escalation di violenza, che sta mettendo a rischio non solo i peacekeeper delle Nazioni Unite ma anche le comunità civili già provate da decenni di conflitti”, ha dichiarato Emiliano Manfredonia, presidente nazionale delle Acli. “La pace – ha ammonito – non può essere costruita attraverso la guerra e la distruzione, ma solo attraverso il dialogo e la cooperazione tra i popoli. È essenziale che la comunità internazionale intervenga per riportare la situazione sotto controllo e ripristinare il rispetto del diritto internazionale, a tutela della dignità e della sicurezza di tutti”.
Il prossimo 26 ottobre le Acli parteciperanno alla Giornata di mobilitazione nazionale per la pace, organizzata dalla Rete italiana Pace e disarmo dal titolo “Fermiamo le guerre. Il tempo della pace è ora”. Migliaia di persone scenderanno in piazza a Bari, Cagliari, Torino, Roma, Milano, Palermo e Firenze per chiedere l’immediato cessate il fuoco a Gaza, in Medio Oriente, in Ucraina e in tutti i conflitti armati nel mondo e il ritorno al dialogo come unica via per una pace duratura.

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