Diocesi: Trieste, appello di mons. Trevisi alla città. “Abbiamo bisogno di volontari e offerte per aiutare i poveri”

Un appello alla città di Trieste: “Servono volontari e servono risorse economiche per implementare questi aiuti. Presto arriverà il freddo e non possiamo restare a guardare e neppure restare a discutere e ritardare quello che la carità esige prontamente”. Lo ha lanciato il vescovo di Trieste, mons. Enrico Trevisi, esponendo i problemi economici della Fondazione Caritas, “in parte dovuta ai ritardi dei pagamenti delle convenzioni per i migranti e in parte anche ad una fatica organizzativa che si è accumulata: prima che io arrivassi a Trieste i dipendenti accusavano notevoli ritardi nei pagamenti del loro stipendio e così pure i fornitori, nonostante gli elevati mutui e i fidi bancari. Il desiderio è che nella riorganizzazione di questi servizi i dipendenti siano maggiormente tutelati (e ora sono pagati sempre puntualmente) ma anche che possiamo raddrizzare la gestione”. Il vescovo dice di aver ricevuto “un consistente sostegno dalla Conferenza episcopale italiana e dalla Caritas italiana che attraverso i fondi dell’8Xmille ci hanno sostenuto in modo maggiore rispetto a quanto già ogni anno ci viene erogato. Anzi grazie di cuore a tutti coloro che firmano per l’8Xmille per la Chiesa cattolica. A Trieste molti sono i segni di questa carità che raggiunge migliaia di poveri”. Il desiderio, prosegue, “è quello di continuare e anzi aumentare la nostra attenzione alle persone fragili, sia attraverso le strutture convenzionate ma anche attraverso quella gratuità che ci porta ad accollarci spese per far fronte ai bisogni di coloro che non sono tutelati dalle leggi e dai sistemi statali”. Perciò chiede a tutti di “lasciarsi coinvolgere e di partecipare. Abbiamo bisogno di volontari (e grazie a quelli che già si stanno spendendo in modo ammirevole) e anche di offerte”. Ad oggi la Caritas conta 375 volontari; 124 persone operative; 13.810 persone aiutate e sostenute (di cui 861 minori); 19 progetti attualmente attivi. Tra i servizi il Centro di ascolto (con sostegno a persone e famiglie in difficoltà varie), l’Emporio della Solidarietà; il dormitorio per i senza fissa dimora (in convenzione con il Comune); l’accoglienza per altri soggetti fragili (famiglie e donne con bambini piccoli); la Mensa per i poveri (che nello scorso anno ha fatto più di 106.000 pasti); l’accoglienza dei migranti con strutture convenzionate con la prefettura e altre a totale carico della diocesi e di chi vuole contribuire, come il dormitorio di via S. Anastasio per i transitanti.

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