Salute mentale: Iss, più della metà dei Dsm non segue pazienti in gravidanza, solo il 20% si occupa di disturbi mentali perinatali

Soltanto il 58% dei Dipartimenti di salute mentale (Dsm) italiani offre un counselling preconcezionale alle proprie utenti in età riproduttiva e solo il 5% dispone di materiale informativo per questo scopo; il 54% dei Dsm per le donne con disturbi mentali perinatali non è dotato di un’équipe o di un professionista di riferimento per la psicofarmacoterapia durante la gravidanza e l’allattamento. L’80% dei Dsm non ha definito un percorso diagnostico terapeutico assistenziale per i disturbi mentali perinatali. E’ quanto emerge dall’articolo “Perinatal mental health care in the Italian Mental Health Departments: a national survey”, appena pubblicato sulla rivista internazionale European Psychiatry. Il lavoro, frutto della collaborazione tra ricercatori dell’Istituto superiore della sanità (Iss) e della London School of Economics (Lse), descrive per la prima volta il supporto disponibile nei Dsm italiani per le donne con disturbi mentali perinatali, confrontando l’offerta nazionale con le buone pratiche raccomandate dalle linee guida internazionali. Alla survey ha partecipato il 94% dei Dms presenti sull’intero territorio nazionale.
Dallo studio, si legge in un comunicato, “emerge chiaramente la necessità di incrementare le risorse dei Dsm per sanare le carenze nell’assistenza rispetto alle necessità specifiche delle donne con disturbi mentali perinatali, che richiedono setting e percorsi dedicati, accesso prioritario e una presa in carico integrata con i professionisti del percorso nascita”.  “La promozione e la tutela della salute mentale della donna in gravidanza e nell’anno successivo alla nascita del bambino rappresentano una priorità di salute pubblica riconosciuta a livello internazionale – sottolinea Ilaria Lega, che ha coordinato lo studio -. I disturbi mentali sono tra le patologie più frequenti della gravidanza e del periodo postnatale, ne soffre una donna su cinque. Se non riconosciuti e trattati adeguatamente, questi disturbi hanno un impatto negativo a breve, medio e lungo termine sulla salute della donna e del bambino”.
L’indagine, condotta nell’ambito del progetto “Rilevazione dei percorsi preventivi e assistenziali offerti alla donna, alla coppia e ai genitori per promuovere i primi 1000 giorni di vita, anche al fine di individuare le buone pratiche, i modelli organizzativi e gli interventi adeguati”, realizzato con il supporto tecnico e finanziario del ministero della Salute e coordinato dal Reparto Salute della donna e dell’età evolutiva dell’Iss, ha coinvolto i professionisti sanitari dei 127 Dsm nazionali.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Mondo