Diocesi: mons. Renna (Catania), “continuiamo essere profeti di pace”

“In questa giornata così carica di trepidazione e di tristi ricordi di chi si è visto strappare i propri cari; in questo giorno nel quale un terribile conflitto è cominciato, abbiamo riascoltato la profezia di Isaia sul Messia [che] ci fa sperare ciò che è umanamente impossibile e ci invita a costruire un futuro di pace”. Così l’arcivescovo metropolita di Catania, mons. Luigi Renna, ha avviato la sua riflessione durante la Veglia di preghiera per la pace che si è tenuta ieri sera nella Chiesa Collegiata alla presenza delle autorità civili (fra cui il prefetto di Catania, Maria Carmela Librizzi), i rappresentanti delle Aggregazioni laicali della diocesi, parroci e fedeli di tre vicariati della città. Ad aiutare la preghiera per la pace, due testi: un brano del profeta Isaia e un brano del discorso di Papa Francesco del 6 marzo 2021, pronunciato all’incontro interreligioso sulla Piana di Ur. “La profezia di Isaia – ha proseguito il presule catanese – ci dice che le condizioni di pace si pongono quando lo Spirito del Signore con i suoi doni viene accolto: sapienza, intelletto, consiglio e fortezza, conoscenza e timore di Dio. È tutto ciò che fiorisce nel cuore dell’uomo e gli permette di dialogare, di guardare l’altro come un fratello e non un nemico, che gli permette di usare la ragionevolezza piuttosto che la follia della guerra”. “Cosa abbiamo da offrire al mondo – ha proseguito – se non questa profezia di pace? Se noi non la offrissimo il mondo resterebbe al buio, senza speranza”. Sulle orme del discorso di papa Francesco ad Ur dei Caldei, mons. renna ha richiamato l’esempio di Abramo “che è padre nella fede per noi cristiani, per ebrei e musulmani: un padre per tutti, che ha levato lo sguardo per contemplare la promessa di Dio in una miriade di stelle e che si è incamminato verso una terra che ha conquistato non con le armi, ma con l’ospitalità”. “Da lì noi veniamo – ha aggiunto – dalla testimonianza di fede di Abramo, che, come afferma papa Francesco, guardando l’Oltre di Dio, ha scoperto l’altro del fratello; che ha camminato cercando e offrendo ospitalità”. L’esempio di Abramo si colloca in una logica opposta a quella “di chi vuole appropriarsi dei beni della terra con violenza, di chi vuole sentirsi padrone di tutto e di tutti. È da qui che nascono i conflitti”. Da qui l’auspicio che “il Signore susciti ancora profeti di pace, in un momento storico in cui scelte come la nonviolenza, rinuncia alla strategia della deterrenza e della corsa agli armamenti sembrano essere stati dimenticati”. Mons. Renna ha, infine, ricordato la testimonianza del vescovo don Tonino Bello. “Come non ricordare – ha concluso – quello che ho ascoltato da un grande profeta di pace, allo scoppiare della Guerra del Golfo, durante la veglia di preghiera nel Seminario Regionale di Molfetta? Quella veglia era presieduta dal santo vescovo don Tonino Bello e in quella assemblea risuonò in francese il discorso di San Paolo VI all’ONU, con il suo triplice: Mai più la guerra. Anche in quel giorno la profezia risuonò quando tutto sembrava perduto”. “Continuiamo – ha concluso – ad esser profeti di pace: il mondo ha bisogno ancora di riascoltare il sogno di Isaia e di chi spera con lui”.

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