Sanità: Cartabellotta (Fond Gimbe), “Ssn vera emergenza del Paese”. 4,5 milioni di persone rinunciano a cure, definanziamento cronico, personale demotivato

“La vera emergenza del Paese è il Servizio sanitario nazionale”. Esordisce così Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, presentando oggi – presso la Sala Capitolare del Senato della Repubblica – il 7° Rapporto sul Servizio sanitario nazionale realizzato dalla Fondazione. Dal report emergono un divario della spesa sanitaria pubblica pro capite di 889 euro rispetto alla media dei paesi Ocse membri dell’Unione europea, con un gap complessivo che sfiora i 52,4 miliardi; una crisi motivazionale del personale che abbandona il Ssn; il boom della spesa a carico delle famiglie (+10,3%); quasi 4,5 milioni di persone che nel 2023 hanno rinunciato alle cure, di cui 2,5 milioni per motivi economici; le inaccettabili diseguaglianze regionali e territoriali; una migrazione sanitaria e disagi quotidiani sui tempi di attesa e sui pronto soccorso affollati. Una fotografia impietosa che, sottolinea Cartabellotta, “dimostra come la tenuta del Ssn sia prossima al punto di non ritorno”. “I princìpi fondanti di universalismo, equità e uguaglianza sono stati ormai traditi – prosegue – e  si sta lentamente sgretolando il diritto costituzionale alla tutela della salute, in particolare per le fasce socio-economiche più deboli, gli anziani e i fragili, chi vive nel Mezzogiorno e nelle aree interne e disagiate”.
“La grave crisi di sostenibilità del Ssn – afferma ancora Cartabellotta – è frutto anzitutto del definanziamento attuato negli ultimi 15 anni da tutti i Governi, che hanno sempre visto nella spesa sanitaria un costo da tagliare ripetutamente e non una priorità su cui investire in maniera costante”. E le previsioni per il prossimo futuro non lasciano intravedere alcun rilancio del finanziamento pubblico per la sanità: “secondo il Piano strutturale di bilancio deliberato lo scorso 27 settembre in Consiglio dei ministri, il rapporto spesa sanitaria/Pil si riduce dal 6,3% nel 2024-2025 al 6,2% nel 2026-2027”.

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