Haiti: Conferenza dei religiosi dopo strage di 70 persone a Port Sondé, “sentimenti di rabbia e di ricerca di giustizia. Facciamo appello alla coscienza di chi ci guida e di chi semina il terrore”

La Conferenza haitiana dei religiosi si rivolge alle comunità di Pont Sondé e Gressier, particolarmente provate dalla violenza delle bande armate. Almeno 70 persone, tra cui 10 donne e tre bambini, secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani, sono state uccise, infatti, durante un attacco scatenato giovedì scorso dalla banda Grand Grif a Port Sondé, nel dipartimento haitiano di Artibonite. Gressier, nell’hinterland della capitale Port-au-prince, da mesi in preda ad attacchi delle bande armate, tanto che gran parte della popolazione ha lasciato le proprie case.
I religiosi haitiani ricordano il Vangelo delle Beatitudini, “Beati quelli che piangono, perché saranno consolati” (Mt 5,4), e invocano la giustizia di Dio, “lenta ma sicura”, dopo che “un nuovo atto di barbarie è stato appena perpetrato a Pont Sondé, causando la morte di molte figlie e figli di Dio. Il diluvio di bande armate e dei loro complici continua a imperversare in tutto il Paese. Forse ancor più che in precedenti occasioni in cui vittime innocenti sono state perseguitate e uccise, oltre alla sorpresa e al disgusto, molti sentimenti di rabbia e di ricerca di giustizia sorgono nei nostri cuori. Prosegue la nota: “Il ricordo di coloro che hanno perso la vita, la salute o i beni negli assalti di uomini senza fede e senza legge continua a sfidarci e a indignarci. Le soluzioni immediate devono essere trovate in modo ragionato. Le guerre creano situazioni di ingiustizia e minano la dignità e i diritti delle persone. A questo proposito, non dobbiamo dimenticare che molti uomini e donne del nostro Paese vivono quotidianamente nell’insicurezza con conseguenze a volte disastrose. Chi verrà in soccorso delle scuole che non possono aprire le loro porte e delle famiglie che sono in grave difficoltà? Queste ultime non sanno a quale santo rivolgersi, per sfamarsi e mandare i figli a scuola. Ci chiediamo: siamo un popolo condannato solo a vivere nella sporcizia e a diventare vagabondi? Facciamo appello alla coscienza di chi ci guida e di chi semina il terrore”.

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