Terra Santa: Patton (custode), “la grande tentazione del nostro tempo è quella di voler apparire persone buone anziché voler essere persone buone”

(Foto BM/Cts)

“E tutti i frati, dovunque sono, si ricordino che hanno donato se stessi e hanno abbandonato i loro corpi al Signore nostro Gesù Cristo. E per il suo amore devono esporsi ai nemici sia visibili che invisibili”: ha usato le parole del capitolo XVI della Regola non bollata di san Francesco, il custode di Terra Santa, padre Francesco Patton, per ricordare ai 16 Frati francescani che hanno fatto la loro professione solenne (perpetua) a Gerusalemme, il 5 ottobre scorso, lo stile di vita “da Frati minori in Terra Santa”. I professi solenni vengono da dieci Paesi diversi e tre di loro appartengono alla Custodia di Terra Santa, mentre gli altri ad altre Province dell’Ordine dei Frati minori e si trovano in Terra Santa per gli studi. Per il secondo anno le professioni solenni si svolgono con la guerra in corso. Nel 2023, infatti, si sono tenute il 7 ottobre, giorno dell’attacco terroristico di Hamas a Israele. “In questo momento – ha ricordato padre Patton – viviamo la gioia di poter seguire il Signore e donarsi a lui e contemporaneamente questo contesto di tensione e di guerra che da anni affligge il territorio della nostra missione e che tocca il cuore di ognuno di noi e ci fa soffrire”. “L’impegno che assumete oggi è grande ma non vi deve spaventare perché, quando Dio chiama a una scelta di vita, non è per sovraccaricarci ma per rendere la nostra vita bella, buona e felice – ha ricordato il custode -. L’impegno che vi sta davanti è grande ma non vi dovete spaventare perché c’è una fraternità che cammina assieme a voi, perché c’è tutta la Chiesa a camminare insieme a voi. Il nostro punto di riferimento è Gesù Cristo. È la sua obbedienza che noi siamo chiamati a vivere, è l’espropriazione di Gesù e il suo farsi piccolo, che noi siamo chiamati a rivivere in modo tale da esprimere, è la castità di Gesù che noi siamo chiamati a vivere, che non disprezza né il corpo né la sessualità, ma esprime la tensione ad essere per il Signore interamente, sempre e per sempre e in ogni luogo; e arrivare ad amarlo con tutto ciò che siamo per diventare fecondi non sul piano della generazione umana ma sul piano del dare la vita per i fratelli”. Padre Patton ha esortato i frati a “non scandalizzarsi per le fragilità che vediamo dentro le nostre comunità e in chi ha già fatto questa scelta. Non dobbiamo essere ingenui che mettono la testa sotto la sabbia ma nemmeno diventare i giudici dei nostri fratelli. Se vogliamo una vita piena – è stata la conclusione – viviamo in pienezza gli impegni che abbiamo assunto. Se vogliamo una vita vuota e triste limitiamoci a far finta di vivere secondo la nostra vocazione. Facciamo attenzione alla grande tentazione del nostro tempo che è la tentazione di voler apparire persone buone anziché voler essere persone buone”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Italia