Messa e supplica a Madonna di Pompei: mons. Caputo (arcivescovo), “non abbiamo mezzi per opporci ai conflitti se non la preghiera, il digiuno e la carità”

(Foto santuario di Pompei)

“Il fragore delle armi non ha tregue, anzi s’intensifica in Terra Santa, in Ucraina, nelle decine di nazioni dove attualmente si combatte. Vengono alla mente le parole del Salmo: ‘Fino a quando nell’anima mia proverò affanni, tristezza nel cuore ogni momento? Fino a quando su di me trionferà il nemico? Guarda, rispondimi, Signore mio Dio, conserva la luce ai miei occhi perché non mi sorprenda il sonno della morte’ (Sal 13, 3-4). Fino a quando, Signore? Quella preghiera è un’implorazione e un atto di affidamento a Dio: siamo nelle Sue mani. E così è anche la supplica a Maria”. Lo ha detto, ieri, mons. Tommaso Caputo, arcivescovo di Pompei, nel saluto introduttivo a mons. Petar Rajič, nunzio apostolico in Italia e nella Repubblica di San Marino, che a Pompei ha presieduto la messa e la supplica alla Madonna nella prima domenica di ottobre, mese dedicato alla preghiera del rosario.
“Quale abisso più profondo della guerra! Noi non abbiamo mezzi per opporci ai conflitti se non la preghiera, il digiuno e la carità, indicati come ‘armi dello spirito’ da Papa Francesco, nel suo instancabile magistero di pace”, ha ricordato mons. Caputo, evidenziando che “è arma contro la guerra pure la carità, altro nome di Dio. Guardiamoci intorno. A destra è il Centro ‘Beata Vergine’ e lungo via Sacra, non lontano da qui, è il Centro ‘Bartolo Longo’, dove si accolgono bambini e adolescenti, mamme in difficoltà, tutti provenienti da contesti di disagio sociale; in piazza Bartolo Longo sono le case famiglia del Centro per il bambino e la famiglia ‘Giovanni Paolo II’, dove trovano casa e amore neonati, giovani e adulti; di fronte alla facciata del santuario, dedicata alla pace universale per volontà del Beato, è attiva la Mensa per i poveri ‘Papa Francesco’. Da una parte le tenebre del conflitto, dall’altra, in radicale opposizione, la luce della carità e la bellezza del popolo di Maria che, oggi, è qui a pregare con un cuore solo. Noi tutti siamo uno accanto all’altro”.
In piazza, tra migliaia di fedeli, anche settanta pellegrini provenienti dalla diocesi ucraina di Lutsk.

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