Terra Santa: Patton (Custode), “viviamo in un paese in guerra. Viviamo con fiducia anche il tempo difficile nel quale ci troviamo”

padre Francesco Patton (Foto Cts)

“Noi viviamo in un Paese in guerra, che ha costruito la sua sopravvivenza sulla sicurezza militare, eppure sappiamo che proprio in questo Paese, in un altro tempo e in un’altra stagione difficile della sua storia, duemila anni fa, Gesù, figlio di questa stessa terra, ci ha ricordato che noi non possiamo aggiungere neanche un giorno alla nostra vita se non siamo custoditi dal Padre. E non abbiamo potere nemmeno sulla caduta dei nostri capelli”. Lo ha detto il Custode di Terra Santa, padre Francesco Patton, celebrando questa sera, a Gerusalemme, il Transito di san Francesco e il rinnovo delle professioni di alcuni giovani frati. “Gesù Cristo – ha affermato il Custode, riflettendo sul senso della vocazione francescana – è vissuto da pellegrino e forestiero. San Francesco e i primi frati sono vissuti da pellegrini e forestieri, noi oggi siamo ancora chiamati a vivere come pellegrini e forestieri in questo mondo”. “Gesù è vissuto con la capacità di fidarsi del prossimo facendo del suo stile da pellegrino e forestiero l’occasione per stimolare la fiducia delle altre persone (Marta, Maria, Lazzaro…) e suscitare in chi lo incontrava il desiderio di una vita fraterna – ha spiegato padre Patton -. Lo spirito di fraternità portato da Gesù è, infatti, il capovolgimento della logica di Caino; se Caino toglie la vita al fratello per invidia e per desiderio di contare di più, Gesù, al contrario, dona la propria vita in riscatto per le moltitudini e per ridare la vita a chi era perduto”.
Così è stata anche la vita di Francesco, ha aggiunto il Custode, “dal giorno in cui ha scoperto che poteva e doveva restituire al proprio padre terreno, Pietro di Bernardone, tutte le sue ricchezze e perfino i suoi vestiti, e cominciare a dire semplicemente ‘Padre nostro, che sei nei cieli’, e vivere da figlio di Dio, pellegrino e forestiero in questo mondo, disarmato di fronte a tutti”. Da qui l’esortazione rivolta ai giovani frati: “questa sera rinnovate i vostri voti, idealmente li rinnoviamo assieme a voi anche tutti noi, perché una scelta di vita va abbracciata e rinnovata ogni giorno. Chiedete questa grazia di saper apprezzare il dono che vi è stato fatto di essere chiamati a vivere la vita come pellegrini e forestieri in fraternità. Questa consapevolezza aiuterà tutti noi a vivere con fiducia anche il tempo difficile nel quale ci troviamo”. “In questo tempo e in questo contesto – è stata la conclusione – cerchiamo di vivere fino in fondo la spiritualità della fiducia e della fraternità che san Francesco ha attinto dalla familiarità con Gesù e con il suo Vangelo e ci ha trasmesso come carisma e stile di vita. Siamo poca cosa, siamo un piccolo segno. Eppure, attraverso di noi, il Signore sta ancora offrendo al nostro tempo e alla terra in cui ci ha chiamato a vivere come pellegrini e forestieri, la possibilità di intravedere il suo sogno, che è il sogno della fraternità e della pace”.

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