Libano: Vescovi maroniti, davanti all’aggressione subita dal Libano la comunità internazionale “si assuma le sue responsabilità”

card. Béchara Boutros Raï (Foto Siciliani-Gennari/SIR)

I Vescovi maroniti, riuniti nell’assemblea mensile presieduta dal patriarca, card. Béchara Boutros Raï, esprimono “dolore di fronte all’orrore del disastro che ha colpito il Libano, dalla costa ai monti, con distruzioni che spesso ha colpito civili innocenti” ma anche riprovazione per “la prolungata aggressione israeliana, che ha causato centinaia di martiri e vittime, compreso il segretario generale di Hezbollah, Syed Hassan Nasrallah, e molti altri capi del movimento sciita”. Lo riferisce l’agenzia Fides. I Vescovi “chiedono a Dio misericordia per chi è stato ucciso e conforto e consolazione per e loro famiglie e per i feriti”. Allo stesso tempo si rivolgono alla comunità internazionale chiedendo “di assumersi le proprie responsabilità lavorando per un cessate il fuoco immediato e attuare le decisioni internazionali” con un preciso riferimento alla Risoluzione Onu numero 1701. Inoltre, i Vescovi insistono sull’urgente necessità che il Parlamento libanese “faccia il proprio dovere affinché, dopo una lunga attesa e tanta sofferenza, venga eletto un nuovo Presidente della Repubblica che completi il quadro delle istituzioni costituzionali”. I Vescovi maroniti chiedono alle nazioni e alle istituzioni internazionali di sostenere gli sforzi umanitari verso gli sfollati tuttora in atto nelle aree colpite assicurando anche l’opera della Chiesa in soccorso ai feriti e agli sfollati tramite la rete delle sue parrocchie, monasteri e istituzioni, “soprattutto attraverso la Caritas Libano”. Parole di vicinanza, infine, vengono espresse anche verso i capi dell’esercito e le iniziative volte a “prevenire qualsiasi possibile colpo di Stato” messo in atto in un Paese che sta vivendo un momento di grande difficoltà e debolezza. Di fronte al disastro che sta colpendo il Libano, i vescovi chiedono a tutti i libanesi “di risvegliare una coscienza che custodisca e alimenti” i fattori di unità nazionale, con un riferimento a quello che definiscono un “segno di speranza in queste difficili circostanze”, ovvero la liturgia di canonizzazione dei martiri di Damasco, che sarà presieduta da Papa Francesco domenica 20 ottobre.

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